Mondo

Beati: pronti a continuare il cammino di pace

L'associazione "Beati i costruttori di pace" racconta delle precauzioni prese dalle volontarie italiane. "Contineremo il loro cammino" dicono in un comunicato

di Emanuela Citterio

“Simona Pari e Simona Torretta, con i loro collaboratori iracheni, avevano predisposto un piano perché la delegazione italiana con i rappresentanti di CGIL, Un ponte per e Beati i costruttori di pace, a nome del Coordinamento Fermiamo la guerra, nei giorni della permanenza a Bagdad a fine luglio, non corresse rischi e non commettesse imprudenze”. Lo dichiara in un comunicato l’associazione “Beati i costruttori di pace”. “A quel programma ci siamo attenuti scrupolosamente” continuano i responsabili dell’associazione presieduta da don Albino Bizzotto. “Anche loro si muovevano solo lo stretto necessario e con grande prudenza. Non a caso sono state rapite in ufficio”. I “Beati” hanno incontrato in quei giorni i rappresentanti delle organizzazioni irachene di società civile “che stanno costruendo, con grande passione e rischio, la democrazia e la sovranità del nuovo Iraq”. “Proprio in questi giorni si stava programmando un nuovo viaggio per definire la delegazione, il più possibile rappresentative della realtà irachena, che venisse in Italia a farci conoscere e incontrare concretamente il volto della società civile di quel Paese, di cui non abbiamo un briciolo di informazione” continua l’associazione italiana. “Il lavoro di Simona Pari e di Simona Torretta non era rivolto soltanto alla realizzazione di progetti per la popolazione, i bambini in particolare, ma anche a una sensibilità e attenzione politica per la formazione della società civile irachena. Il loro rapimento, assieme ai loro collaboratori iracheni, costituisce una grande violenza inferta alle loro persone, alle loro famiglie, all’Associazione Un ponte per, a tutti coloro che si impegnano e lottano per la pace, ma soprattutto al processo della società civile irachena e a quanti nel mondo sono convinti che l’uso della forza moltiplica, non risolve i conflitti”. Oltre alla solidarietà alle persone colpite i volontari dell’associazione si dicono pronte a “continuare di persona il cammino delle persone sequestrate”.   


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