Cultura

Iraq: Garavaglia, Cri sia neutrale

L'ex presidente della Croce Rossa Italiana interviene sul ruolo dell'organizzazione in Iraq. E avverte: «La nostra bandiera non deve poter essere confusa con quella di iun esercito»

di Gabriella Meroni

Il ruolo della Croce rossa italiana in Iraq? ”Non sono piu’ al vertice della Cri – risponde Mariapia Garavaglia – e non voglio entrare nel merito. Ma di sicuro, come ho sempre fatto, manterrei uno strettissimo rapporto con il Comitato internazionale di Ginevra, perche’ quella e’ la nostra bandiera. Che deve poter essere esibita senza essere confusa con quella di un esercito”. Garavaglia, vicesindaco di Roma, ha partecipato alla cerimonia per il 61/o anniversario della resistenza e della Guerra di liberazione. Ai giornalisti che le chiedono che cosa ne pensi delle iniziative della Cri in Iraq per ottenere la liberazione degli ostaggi italiani, del ruolo dell’attuale commissario straordinario, Maurizio Scelli, risponde: ”Quando uno e’ stato in un posto e’ meglio che non parli dei suoi successori, perche’ si puo’ sempre sbagliare”. Eppure conosce bene la struttura… ”No, non la conosco piu’ cosi’ bene: io ero il presidente eletto, c’era un consiglio. Adesso c’e’ un commissario, e’ lui il vertice, fa tutto lui. E comunque, ora che sono tornata a fare politica, non posso giudicare la Croce rossa perche’ il mio giudizio (anche se dato con grande amore, perche’ io per la Cri sono disposta a morire) sarebbe inevitabilmente un giudizio politico. E non voglio, perche’ la Cri viene prima di me, prima di Scelli. I nostri interessi personali, le nostre passioni sono niente”. Ma la Croce rossa italiana fa bene o no ad intervenire per cercare di liberare gli ostaggi italiani? ”Nel mondo – risponde Garavaglia – e’ il Comitato internazionale della Croce rossa che ha il compito di visitare i prigionieri e non le croce rosse locali, che vengono da Paesi che possono essere coinvolti con i loro governi. E’ il Comitato internazionale che ha il compito di aprire corridoi umanitari, trattando con tutte le parti. E sono trattative sotterranee, mai esplicite, che nessuno viene mai a sapere. E non si parla con i governi perche’ la neutralita’ e l’indipendenza del Comitato internazionale devono essere assolutamente salvaguardate. La forza della Croce rossa internazionale sta nella sua bandiera, nel fatto che e’ un organismo composto da tutti senza essere di nessuno”. E in Iraq c’e’ rischio che la Croce rossa italiana venga identificata con il Governo? ”Identificata no – risponde Garavaglia – ma certo il personale e’ composto da italiani e in un Paese dove c’e’ grande confusione, come l’Iraq, non c’e’ piu’ alcuna bandiera considerata neutrale. L’unica vera neutrale che c’era, quella del Comitato internazionale della Croce rossa, l’hanno bombardata. E forse non e’ casuale”.


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