Famiglia

Ossezia: è emergenza negli ospedali

700 feriti, in maggioranza bambini con ustioni, lesioni da taglio, o arma da fuoco, disidratati, in preda allo shock, sono troppi anche per la struttura ospedaliera piu' attrezzata

di Redazione

Settecento feriti, in maggioranza bambini con ustioni, lesioni da taglio, da arma da fuoco, disidratati, affamati, in preda allo shock, sono troppi anche per la struttura ospedaliera piu’ attrezzata e all’avanguardia. Per Beslan, 40.000 anime, sono un’enormita’. Cosi’ tutti gli ospedali dell’area, quelli Di Rostov sul Don (sud della Russia) e anche quelli di Mosca, sono stati chiamati a uno sforzo senza precedenti. Moltissimi feriti, circa 200, riporta la Bbc online, sono stati trasferiti nelle tre principali strutture sanitarie di Vladikavkaz, capitale dell’Ossezia del nord. Medici e infermieri fanno quello che possono, ma la situazione e’ drammatica. ”Mancano soprattutto i farmaci e gli strumenti per gli interventi di neurochirurgia”, denuncia il dottor Boris Digorov, primario dell’ospedale centrale di Vladikavkaz. ”Abbiamo molti pazienti con ferite alla testa. E non abbiamo letti adatti per gli ostaggi feriti gravi che necessitano di cure intensive” spiega il medico, sottolineando lo sforzo tremendo del personale sanitario che deve curare squarci provocati da proiettili, mutilazioni causate da mine e bombe, ferite di tutti i tipi. La Croce rossa russa ha lanciato ieri sera un appello urgente alla comunita’ internazionale: ”E’ indispensabile che il materiale sanitario di cui abbiamo bisogno arrivi in due giorni. Altrimenti ci saranno ancora dei morti”. Il Comitato internazionale della Croce rossa ha inviato aiuti per 90 mila euro. La protezione civile italiana ha gia’ portato i primi aiuti, antibiotici, kit di pronto intervento, antidepressivi, ma le necessita’ sono enormi.”Ci serve tutto – dice ancora il dottor Digorov – medicine, strumenti radiologici, apparecchiature”. Sul terreno c’e’ anche Medici senza frontiere. L’organizzazione ha fornito strumenti chirurgici e materiale sanitario. Gli ospedali dell’Ossezia del Nord hanno bisogno anche di macchine per la respirazione assistita, di attrezzature per la somministrazione di anestetici. Ma gli aiuti non sono ancora abbastanza. ”Con un disastro di queste proporzioni – avverte Vincent Lusser che coordina gli aiuti del Comitato internazionale della Croce rossa – la situazione cambia ogni giorno”.


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