Mondo

Darfur: nuovo, ennesimo esodo di profughi

Sono 3000 i profughi che negli ultimi giorni hanno raggiunto i campi allestiti nella regione occidentale del Sudan

di Joshua Massarenti

Questa volta l’area colpita dalle milizie Janjaweed è quella circostante la cittadina di Zam Zam, nella regione settentrionale del Darfur. Questi 3000 profughi sono gli ultimi in ordine cronologico ad aver raggiunto le fila di quel milione di profughi che ormai dipendono totalmente dagli aiuti umanitari internazionali. Definita la peggiore tragedia umanitaria degli ultimi anni, la crisi del Darfur ha dal febbraio 2003 provocato la morte di oltre 30.000 persone (si parla anche di 50.000 vittime) senza che un accordo di pace sia stato mai raggiunto tra i gruppi ribelli darfuriani e il regime centrale di Khartum. Da un paio di settimane, i protagonisti del conflitto – sotto la mediazione dell’Unione Africana (UA) – stanno partecipando ad una conferenza di pace ad Abuja (Nigeria) dalla quale tuttavia non si riesce a trovare un accordo globale. Un’intesa era stata raggiunta il 31 agosto scorso sulla protezione dei profughi, ma sulle questioni relativi al disarmo di entrambi le fazioni (gruppi ribelli e Janjaweed) e alla sicurezza della regione, Khartum e i ribelli si sono trincerati sulle loro rispettive posizioni. Daz parte sua, il governo sudanese aveva chiesto il disarmo contemporaneo dei ribelli e delle milizie Janjaweed, accusate dall’Onu di esazioni, massacri e stupri sistematici contro le popolazioni civili del Darfur. Viceversa, i ribelli hanno posto come condizione al loro disarmo quello dei Janjaweed da parte di Khartum. Il nuovo esodo di profughi provocato dai miliziani Janjaweed, sin dal principio sostenuti finanziariamente e militarmente dal regime del presidente sudanese El-Bechir, non rappresenta altro che l’ennesimo ostacolo di un processo di pace già di per sé molto fragile.


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