Mondo
Burundi: rapporto Onu su massacri di Gatumba
Un rapporto preliminare dell'Onu sui massacri di rifugiati congolesi tutsi nell'agosto scorso punta il dito contro ribelli burundesi hutu ma non solo
Un rapporto preliminare delle Nazioni Unite sui massacri perpetrati il 13 agosto scorso nel campo profugo di Gatumba, a ovest del Burundi, è stato presentato ieri al Palazzo di vetro dal Vice segretario generale per le operazioni di mantenimento della pace ai membri Hedi Annabio ai membri del Consiglio di sicurezza.
Dal rapporto, emerge che i 163 rifugiati congolesi tutsi sarebbero stati uccisi da vari elementi appartenenti principalmente al gruppo ribelle burundese pro hutu, Fnl (Fronte Nazionale di Liberazione), in lotta contro il governo di transizione del Burundi. Il rapporto punta però anche il dito contro gruppi armati provenienti dai Paesi confinanti con il Burundi, ovvero la Repubblica Democratica del Congo e il Rwanda. Nessuna precisazione su quei gruppi armati implicati nel massacro di Gatumba. Secondo il Presidente del Consiglio di sicurezza lo spagnolo Juan Antonio Yanez-Barnuevo, “sembra che alcuni gruppi nelle cui fila militano cittadini stranieri del Burundi sarebbero coinvolti nel massacro”.
Di recente, il Segretario generale dell’Onu Kofi Annan aveva affermato che a sostegno delle Fnl c’era le milizie congolesi Mai-Mai e hutu rwandesi membri delle ex Forze Armate Rwandesi (ex Far) e delle milizie interahamwe, entrambi coinvolte nel genocidio del Rwanda nel 1994 e poi ripiegatasi in Congo/ex Zaire.
“Tutti gli indizi sembrano confermare questa ipotesi” si è lasciato scappare Yanez-Barnuevo, a detta del quale l’attacco di Gatumba sarebbe stato lanciato secondo il rapporto dell’Onu da una sessantina di uomini, tra cui 30 appartenenti alle Fnl, e non 600 ribelli come annunciato in precedenza dal governo burundese. Il coinvolgimento di stranieri nei tragici fatti di Gatumna à stato confermato da alcuni sopravvissuti, che avrebbero sentito dei ribelli parlare con lingue diverse fra loro.
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