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Enti non commerciali: l’Agenzia delle Entrate spiega l’Ires

Sono stati dettati i primi chiarimenti sulla riforma fiscale in materia di tassazione delle società.

di Benedetta Verrini

Nel mese di giugno l?Agenzia delle Entrate, con l?emanazione di due circolari (la n. 25/E e la n. 26/E), ha dettato i primi chiarimenti sulla riforma fiscale in materia di tassazione delle società e ha avviato la nuova stagione del comparto tributario societario. A queste prime due ne è seguita anche una terza, la circolare n. 36 del 4 agosto (IRES/3, «Il nuovo regime fiscale delle plusvalenze da realizzo delle partecipazioni»). La prima, la 25/E, ha fatto il punto sulle principali novità della riforma fiscale, che ha provvisoriamente annoverato tra i soggetti cui si applica l?Ires anche gli enti non commerciali. Con la seconda, invece, la n. 26/E, l?Agenzia è entrata nel vivo delle singole materie oggetto delle modifiche normative e ha chiarito il nuovo regime di tassazione dei dividendi, in vigore dal 1° gennaio 2004. Per gli enti non commerciali, cui è dedicato un capitoletto nella circolare 26/E, l?Agenzia precisa che continuano a concorrere alla formazione della base imponibile i redditi fondiari, di capitale, di impresa e diversi, secondo le regole di determinazione contenute nel Titolo I del Tuir (v. artt. 143 e seguenti del Tuir). Ciò nonostante, a norma dell?articolo 4, comma 1, lettera q), del decreto legislativo n. 344 del 2003, recante disposizioni di carattere transitorio, fino a quando non verrà attuato il principio della legge delega che prevede la loro inclusione tra i soggetti passivi dell?imposta sul reddito (Ire), gli utili percepiti dagli enti non commerciali nel limite del 95% del relativo ammontare non concorrono alla formazione del reddito complessivo imponibile, in quanto esclusi, anche se conseguiti nell?esercizio di impresa. Al restante 5% si applica una ritenuta alla fonte a titolo di acconto del 12,50%.

Info: Agenzia delle Entrate


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