Cultura

Consumo critico, in un libro gli schiavi del cacao

Tatjana Bassanese di TransFair dà alle stampe "Cacao così dolce, così amaro", in cui svela i meccanismi di sfruttamento che si celano dietro il commercio di questa materia prima

di Giampaolo Cerri

“Cacao così dolce così amaro”: un libro scritto da Tatjana Bassanese di TransFair Italia svela tutti i meccanismi di sfruttamento che si celano dietro uno dei prodotti più amati dagli italiani “Molti piccoli produttori vivono in condizioni precarie, senza accesso ai servizi di base, come le strade, le scuole, l?acqua potabile, i centri di salute. Con il nostro cacao possiamo porre le condizioni perché i nostri figli abbiano questi servizi, che sono diritto di ogni essere umano”. Con questa dichiarazione che fa parte di un documento stilato durante l’assemblea internazionale dei produttori di cacao del maggio 2000, le organizzazioni dell’Africa e del Sud America hanno ribadito la necessità di estendere il mercato dei prodotti equo solidali garantiti. E’ proprio per sensibilizzare i consumatori sui perversi meccanismi che si celano dietro uno dei cibi più amati dagli italiani, il cacao appunto, che Tatjana Bassanese di TransFair Italia ha scritto questo libro pubblicato da Emi. “Cacao. Così dolce, così amaro”, si muove affrontando con completezza tutte le sfumature e gli aspetti legati alla produzione e alla commercializzazione di questa materia prima: dalla sua importazione in Europa, alla sua diffusione, che ha portato il cacao e i suoi derivati ad essere uno dei più grandi mercati dei Paesi occidentali. Con questa espansione, entrano in gioco sempre più prepotentemente le multinazionali e i meccanismi distorti del mercato mondiale che fanno dell’alimento più dolce del mondo il più amaro per i piccoli contadini che lo coltivano e lo lavorano: e che al cacao pensano non solo come fonte di sostentamento ma anche come pianta che abbisogna, proprio perché fondamentale alla vita, del più assoluto rispetto.Tutto il contrario della logica che ha portato all’approvazione nell’Unione Europea della normativa sul 5%, che ha reso possibile introdurre nella produzione della cioccolata materie prime differenti dal cacao: un danno enorme sia per i produttori sia per i consumatori che si trovano a rinunciare senza saperlo alla qualità di quello che non si può più chiamare cioccolato; un beneficio enorme per le multinazionali del settore che possono aumentare la produzione senza dover aumentare anche l’acquisto della materia prima e non hanno nemmeno l’obbligo di indicare sulle confezioni dei prodotti di che cosa sia fatto quel 5%: se di prodotti di sintesi o altri surrogati vegetali del burro di cacao.Ma il libro offre anche una completa panoramica delle alternative: la cioccolata del commercio equo,composta di cacao al 100% e distribuita nei supermercati o nelle Botteghe del Mondo offre davvero un cammino diverso, da percorrere con più forza, per sottrarre i produttori del Sud dal peso dello sfruttamento. Il libro racconta le loro storie, come quella di Mcch, secondo esportatore nazionale di cacao dell’Ecuador, che dalla sua fondazione ha curato la formazione e la presa di coscienza dei centinaia di coltivatori di cacao del Paese, agendo da stabilizzatore anche per il mercato locale; o quella di Canacado, in Repubblica Dominicana, che ha puntato tutte le sue risorse sulla coltivazione biologica e sull’assistenza tecnica e il credito ai piccoli agricoltori. Tatjana Bassanese Cacao. Così dolce, così amaro Emi, 2001 Pp.170 L.17.000


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