Cultura

Parla il presidente della Compagnia delle Opere. Una cosa che ci unisce anche a Zanotelli

"Stiamo dalla parte di chi costruisce. Anche se non ne convidiamo le posizioni". Intervista post meeting a Raffaello Vignali.

di Ettore Colombo

Bolognese (e si sente), appena 41 anni (ma ne dimostra qualcuno in più), sociologo (e si vede), ex leader del Movimento popolare, oggi (da un anno, ad essere precisi) è presidente della CdO, che vuol dire 29mila imprese e oltre mille organizzazioni principalmente del mondo del non profit che coinvolgono oltre mezzo milione di persone, tra addetti alle imprese e operatori del Terzo settore. Raffaello Vignali, intervistato nel mezzo del XXV Meeting di Rimini, appare al cronista come un uomo posato e spigoloso, duro e acuto, volpe e aquila. Con lui, a un anno dalla sua nomina, parliamo della sua ?rete delle reti? nata da Cl e fatta di tante migliaia di piccole e medie aziende che hanno bruciato la concorrenza di realtà storiche come la Confapi sul suo stesso terreno e che ormai hanno fatto da tempo il salto oltre i confini nazionali radicandosi in Europa come all?Est, negli Stati Uniti, in America del Sud come in Africa. La Compagnia delle Opere è nata, come Gs e poi Cl, dalla felice intuizione-provocazione di don Giussani, quella nota come ?il vino di Alcamo?. Anno 1985. Giorgio Vittadini, detto ?il Vitta?, vulcanico e geniale primo e storico presidente della CdO (oggi guida la Fondazione per la Sussidiarietà ed è professore di Statistica alla Bicocca di Milano), va dal Giuss e si sente dire questo: «I nostri amici di Alcamo fanno il vino, e con quello ci campano, ma nessuno li aiuta a venderlo. Cosa vuol dire che siamo impegnati socialmente? Fai in modo che quello che qualcuno costruisce esista, aiutalo». Ne ha fatta di strada, da allora, la CdO e l?anno scorso, quando il Vitta annunciò il cambio, ci fu chi storse il naso: «Vignali, chi è costui?». Eccolo.
Vita: Come ha incontrato Cl?
Raffaello Vignali: A Bologna, mentre facevo l?università. Per me la fede, prima, era solo dottrina e morale. Lì ho incontrato gente che diceva di essere felice perché era cristiana, mi hanno attratto e conquistato subito. Poi ho fatto politica, ma politica universitaria. Nel 1987, poi, sono diventato responsabile del Movimento popolare a Bologna. Nel frattempo andava avanti il mio percorso universitario, dentro il Dipartimento di Sociologia, Scienze politiche.
Vita: Cosa vuol dire, oggi, mantenere saldo il legame con la CdO delle origini?
Vignali: Vuol dire continuare a partire dalla logica del ?vino di Alcamo?, vuol dire aiutare nuove nascite che sono nuove vite, vuol dire fare una proposta culturale forte per il Paese, dopo il vuoto lasciato dalle ideologie. Anche se oggi il rischio vero è il nichilismo, non l?ideologia, come dice monsignor Caffarra. Vuol dire aiutare a vivere meglio, a far meglio impresa. Lo scopo dell?impresa non può essere il solo profitto. Conosco molti imprenditori che la pensano così.
Vita: Tra i sindacati quale preferisce, la Cisl o la Cgil?
Vignali: Per noi il sindacato è una realtà importante, con la quale è necessario confrontarsi. Ho visto una copertina del settimanale Tempi contro i sindacati, qui al Meeting. Era una copertina sbagliata. Quello che a volte non ci piace del sindacato è l?ideologia che ancora lo permea e che a volte lo conduce su posizioni conservatrici, come nel caso della guerra fatta dalla Cgil alla legge Biagi. Con la Cisl, per esempio, abbiamo promosso, proprio grazie alla legge Biagi, la Piazza dei lavori.
Vita: Tre preti, padre Zanotelli, padre Gheddo, fratel Ettore. A chi si sente più vicino?
Vignali: A padre Gheddo e a fratel Ettore anche se, quando padre Alex ci ha chiesto una mano, per il suo lavoro in Africa, gliel?abbiamo data volentieri. Il punto è amare i poveri e dar loro risposte. Anche Marcos Zerbini, leader del movimento Sem Terra in Brasile, si è reso conto che non bastava occupare le terre e in pochi anni, con il nostro aiuto, ha raccolto soldi per costruire alloggi. Educazione e istruzione sono il motore vero dello sviluppo.
Vita: È favorevole o contrario alla guerra in Iraq?
Vignali: Contrario ma sarebbe un errore venire via adesso. Tra i guerrafondai e i pacifisti massimalisti scelgo il modello dell?Avsi che sta aiutando la Chiesa caldea irachena a ricostruire relazioni umane e civili.
Vita: Chi le piace tra i politici?
Vignali: Apprezzo uomini politici come Formigoni, Pisanu e Frattini e come Bersani, Letta e Realacci, ma al Meeting ho avuto due belle sorprese. Quella del portavoce dei Ds, Vannino Chiti e quella di Epifani.

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