Formazione

Afghanistan: toccano quota un milione i profughi rimpatriati

Lo comunica l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

di Gabriella Meroni

Ha raggiunto quota un milione il numero dei rifugiati afghani rimpatriati dall’Iran da quando, nell’aprile 2002, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha dato avvio al programma di rimpatrio volontario. Si è quindi dimezzata la cifra di rifugiati afghani ancora presenti in Iran, che si attesta intorno al milione. L’Alto Commissario ONU per i rifugiati Ruud Lubbers ha accolto favorevolmente la notizia, giudicandola un positivo passo in avanti per l’Afghanistan e un importante traguardo nell’attività che l’UNHCR sta svolgendo nella regione. “Sono ormai più di due anni che siamo impegnati a pieno ritmo nella ricostruzione dell’Afghanistan” ha affermato Lubbers. “Per rimettere in piedi un paese dopo anni di guerra, è necessario un processo lungo e difficile e il recente deteriorarsi delle condizioni di sicurezza in alcune regioni del paese desta ancora preoccupazione. Tuttavia oggi siamo in grado di valutare positivamente quanto è stato fatto finora”. Il raggiungimento di quota un milione giunge al termine di una stagione estiva caratterizzata da un deciso aumento dei rimpatri dall’Iran – nelle ultime settimane fino a quattromila afghani sono rientrati ogni giorno nel proprio paese – che fa seguito all’introduzione da parte dell’UNHCR di una serie di misure mirate a facilitare il rimpatrio volontario. “Molti afghani rifugiati in Iran hanno un alto livello d’istruzione e competenze professionali essenziali per il futuro dell’Afghanistan” ha affermato il Rappresentante dell’UNHCR in Iran Philippe Lavanchy. “Ogni insegnante che torna a casa potrà insegnare a leggere a centinaia di bambini afghani, ogni medico potrà salvare vite umane, tutti saranno parte integrante della ricostruzione del proprio paese”. Le misure introdotte dall’UNHCR nel corso dell’ultimo anno riguardano diversi aspetti relativi alla situazione dei rifugiati, dalla logistica all’istruzione. È stato raddoppiato il numero di camion con spazio per i bagagli che parte in ogni convoglio, per permettere ai rifugiati di portare con sé più effetti personali. L’UNHCR sta inoltre svolgendo una campagna volta ad informare i rifugiati sulle condizioni nell’ambito del programma di rimpatrio volontario, tra le quali il trasporto gratuito in Afghanistan e la consegna di una somma in denaro per acquistare cibo una volta a casa. I rifugiati di ritorno vengono poi integrati nei programmi di assistenza locale. Un’altra iniziativa messa in atto dall’UNHCR riguarda l’istituzione in sette città iraniane di comitati che assistono i rifugiati nella risoluzione di dispute giuridiche prima del rimpatrio. I comitati si occupano esclusivamente di questioni civili, quali il mancato pagamento di salari o il rifiuto di restituire una somma depositata a titolo cauzionale, attraverso gli strumenti dell’arbitrato e della mediazione. Spesso il denaro su cui verte la disputa costituisce tutto ciò su cui i rifugiati possono contare per ricominciare una nuova vita nel proprio paese di origine. Se il rimpatrio proseguirà su questi livelli, l’UNHCR stima che altri 200mila afghani faranno rientro nel proprio paese entro il prossimo mese di marzo, quando è previsto il termine del programma di rimpatrio volontario. L’UNHCR è impegnato con le autorità iraniane per cercare soluzioni a lungo termine per almeno parte dei circa 800mila afghani che si prevede resteranno in Iran dopo quella data. Complessivamente, dall’inizio del programma di rimpatrio volontario dell’UNHCR nell’aprile del 2002, oltre 3,6 milioni di afghani hanno fatto ritorno nel proprio paese, soprattutto da Pakistan e Iran. —


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA