Economia

E’ più che una casa è una pre-casa

Un consorzio di cooperative sociali costruisce 14 appartamenti per persone in fase di reinserimento sociale. Un’anticamera verso la normalità.

di Sara De Carli

Quest?estate un?Italia indignata è sciamata verso alberghi, seconde case e bungalow in affitto, dopo aver scoperto che la casa, bisogno tra i più elementari, non è più un diritto, ma un lusso. Tra affitti impazziti, caro mattone e 10mila famiglie sotto sfratto soltanto a Milano, l?accesso alla casa è stato il tema caldo dei giornali e il problema urgente delle amministrazioni. Evaporato sotto il sole di ferragosto, tra pranzi ¬- rigorosamente all?aperto – e trasferte dai vigili del fuoco.
Non a Vighizzolo, un piccolo paese nella campagna a est di Brescia, e non per i soci del Consorzio Tenda. Se trovare casa è un problema concreto che il mondo della solidarietà sociale oggi deve affrontare, loro hanno dato una risposta tangibile: hanno iniziato ufficialmente i lavori di ristrutturazione di una cascina di proprietà del Consorzio, da cui usciranno 14 appartamenti destinati a persone e famiglie che hanno difficoltà nell?abitare.
«Siamo nati nel 1982 come comunità per tossicodipendenti, una tenda per accogliere nomadi dello spirito», ricorda Vincenza Corsini, presidente del Consorzio. «Oggi, con lo stesso spirito di ospitalità e la stessa attenzione alla persona, cerchiamo di rispondere alle nuove esigenze del territorio: prepariamo un tetto solidale per i più deboli». Cioè per tutte le persone che si muovono nel mercato della casa e degli affitti come su un percorso ad ostacoli: sono disabili, ex carcerati e carcerati che scontano pene alternative, ex tossicodipendenti, persone che soffrono di disagio psichico. Il mercato infatti esclude non solo per un difetto di disponibilità economiche, ma anche a fronte di minori garanzie di autosufficienza, di relazioni, di credibilità.
«I 14 appartamenti saranno destinati prevalentemente a sostenere i primi passi di chi segue i nostri percorsi di inserimento lavorativo», spiega Emma Tonini, vicepresidente di Tenda che già si occupa di orientamento e inserimento lavorativo nello sportello Spazio lavoro. «È una soluzione temporanea, a prezzi cablati. Una volta collaudata l?autonomia e inseriti nel mondo lavorativo normale, saranno in grado di inserirsi anche nel mondo abitativo normale»
Il progetto è ambizioso e innovativo: dei 14 appartamenti due saranno domotici. Lì tutti gli impianti, dalla luce al gas, dai rubinetti alle tapparelle, saranno controllati attraverso doppi comandi: tattili e vocali. In questo modo persone anziane non autosufficienti e portatori di handicap gravi potranno vivere in autonomia, aprendo interessanti prospettive anche al problema del ?dopo di noi?.
Il piano terra ospiterà una struttura riabilitativa con ambulatori medici e fisioterapici, una palestra e due piscine riabilitative. Una novità, questa: l?idroterapia per la ripresa funzionale di cardiopatici e infartuati. L?acqua delle vasche sarà scaldata con panelli solari così come gli impianti di ogni unità abitativa.
La spesa prevista è ingente: 1 milione e mezzo di euro. Le 18 cooperative autofinanziano l?iniziativa e al momento l?unico contributo è quello della Fondazione Cariplo: 250mila euro. «Progetti come questi sono strategici. C?è bisogno di persone specializzate nell?abitare sociale», afferma Felice Scalvini, consigliere della Fondazione Cariplo. «Il senso della nostra partecipazione al progetto di Tenda è quello di promuovere strutture specializzate nel sostenere il social housing».

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