Formazione

Riforma FMI: Koehler propone di eliminare il seggio dell’Italia nel board

L'ex direttore esecutivo del Fondo interviene nell'ultimo numero della rivista dell'FMI Finance & Development

di Francesco Maggio

Una proposta di riforma che elimina il seggio dell’Italia dal Board del Fondo monetario internazionale, l?organo decisionale dell?Fmi, e’ prospettata da Horst Koehler, che è stato direttore esecutivo del Fondo fino alla primavera scorsa e che è ora il presidente della Repubblica federale tedesca, e da Leo Van Houtven, che fu per quasi vent’anni segretario del Fondo, nell’ultimo numero della rivista dell?Fmi Finance & Development. A 60 anni dalla creazione di Fmi e Banca mondiale, la rivista contiene una serie di articoli su come il Fondo puo’ prepararsi ad affrontare le sfide del XXI Secolo. In un articolo, Van Houtven propone misure destinate, a suo parere, a rendere piu’ efficace e piu’ rappresentativa l’azione del Fondo, fra cui la riduzione delle dimensioni del Board dagli attuali 24 direttori esecutivi, fra cui un italiano, a 14. In un’intervista, Koehler si dice pure favorevole a ridurre le dimensioni del Board e, in particolare, la presenza europea creando un seggio dell’Unione europea, mentre attualmente vari Paesi Ue, come Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e altri hanno ciascuno una propria ‘constituency’. La minore pluralita’ di voci europee sarebbe bilanciata dalla creazione di una ‘constituency’ che avrebbe, in termini di voti, un peso confrontabile con quello degli Stati Uniti, che oggi sono una ‘constituency’ dell’ordine di almeno quattro volte superiore a qualsiasi altra. Van Houtven afferma, inoltre, che le quote che rappresentano il potere di voto di ogni Paese devono essere modificate, per rispecchiare cambiamenti di peso nell’economia mondiale. E l’ex segretario aggiunge che il Gruppo dei Sette Grandi, cioe’ dei maggiori Paesi industriali, dovrebbe evitare di orientare le decisioni del Fondo e delegare maggiore autorita’ ai direttori esecutivi. La rivista del Fondo, che contiene anche contributi dei predecessori di Koehler, i francesi Michel Camdessus e Jacques de la Rosiere, prospetta, inoltre, l’ipotesi di dare maggiore voce in capitolo nelle decisioni Fmi ai Paesi in via di sviluppo.

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