Famiglia

Convegno AiBi: il tema affido accende il dibattito

L'affido del minore alle associazioni è un'opportunità per uscire dall'emergenza? Le risposte degli addetti ai lavori e le testimonianze

di Benedetta Verrini

BELLARIA (RM) – Sono l?emergenza minori abbandonati e l?imminente chiusura degli istituti (31 dicembre 2006) a tenere banco oggi al convegno internazionale AiBi- Amici dei Bambini. Stante la difficoltà di censire il numero esatto di minori in stato di abbandono in Italia (che secondo una recente relazione della Bicamerale per l?infanzia ammontano a oltre 20mila), i rappresentanti dei servizi e delle associazioni si sono interrogati sulle possibili soluzioni di accoglienza. L?affido familiare, infatti, si trova in una situazione di crisi: in molte regioni mancano i sostegni economici e la tutela psicologica e sociale dei servizi. Per uscire dall?impasse, la proposta avanzata dall?associazione Amici dei Bambini è l?affido del minore alle associazioni familiari, in modo che la presa in carico di situazioni particolarmente difficili e con poche possibilità d?inserimento sia aperta direttamente anche al privato sociale, che mette a disposizione una rete protettiva di famiglie e di servizi educativi di supporto. Di questo oggi hanno dibattuto i relatori del seminario ?La carezza della famiglia?: Donata Micucci di Anfaa, Walter Martini della Comunità Papa Giovanni XXIII, Mario Nasone dell?associazione Agape e la dottoressa Dente del Cam di Milano. ?Noi crediamo molto al ruolo delle associazioni per il rilancio dell?affido? ha detto Martini. ?Oggi questo istituto si trova in crisi anche perché le famiglie sono state relegate a risolvere casi estremi, l?esperienza delle case famiglia è stata ingabbiata in tecnicismi e burocrazie e restano forti contrapposizioni ideologiche e pregiudizi sull?intero problema. Di una cosa potete stare certi: non è vero che il problema minori abbandonati non esiste più. Per risolverlo, serve il pieno riconoscimento delle associazioni familiari e una concertazione continua a livello locale tra istituzioni, servizi e realtà non profit. In fondo, è ciò che ci ha già indicato la legge 328?. Più cautela sul ruolo delle associazioni è stata espressa da Donata Micucci, secondo cui, più che una vera e propria presa in carico del minore, il privato sociale dovrebbe mantenere un ruolo di vigilanza e sensibilizzazione. Una straordinaria testimonianza di accoglienza è stata data da Concetta e Carmine, una coppia napoletana legata al Centro servizi alla famiglia creato da AiBi in collaborazione con l?associazione figli in famiglia. La giovane coppia ha accolto un bambino di 20 mesi: ?La sua mamma, incinta del settimo figlio, me l?ha messo tra le braccia l?anno scorso? ha detto Concetta, che è a sua volta mamma di due splendide bambine. ?Stiamo vivendo l?esperienza d?amore più faticosamente poetica della nostra vita. Tutti, con il sostegno di altre famiglie, delle associazioni e dei servizi, possono viverla. Non c?è bisogno di essere eroi?. Domani, la parola e le risposte passano alle istituzioni (sono attese, tra gli altri, il sottosegretario Grazia Sestini e la rappresentante del ministero delle Pari Opportunità Paola Lucarelli): molti ospiti italiani e stranieri si confronteranno in una tavola rotonda “Società civile e istituzioni per un confronto sulla solidarietà”, coordinata dal direttore editoriale di Vita, Riccardo Bonacina.


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