Welfare
Sudan: Amnesty, gravi violazioni libertà espressione
L'associazione ha presentato oggi a Londra un rapporto che denuncia il comportamento delle autorità governative sudanesi
“Anziché adottare azioni decisive per contenere le diffuse violazioni dei diritti umani nel Darfur, il governo sudanese sta cercando di imbavagliare chi parla degli abusi”, lo denuncia Amnesty International che ha presentato oggi un nuovo rapporto intitolato Sudan: intimidazione e diniego ? attacchi alla libertà di espressione nel Darfur.
Sotto la crescente pressione internazionale, il governo sudanese sta attaccando la libertà di espressione in modo da controllare l?informazione, che rivelerebbe se il governo sta mantenendo o meno i propri impegni. ?Invece di arrestare i responsabili delle violazioni dei diritti umani, le autorità sudanesi stanno arrestando chi li denuncia? ha dichiarato Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty International.
Nonostante i rischi connessi, le persone stanno parlando e continueranno ad esprimersi chiaramente contro le violazioni dei diritti umani in atto nel Darfur, per la sensazione di non avere altro da perdere. Il 30 agosto il Consiglio di Sicurezza dell?Onu esaminerà il rapporto del Segretario Generale relativo alla situazione in Sudan. ?Sino a quando le persone che intendono parlare chiaramente di queste violazioni saranno intimidite e arrestate, l?impegno assunto dal governo sudanese nei confronti della comunità internazionale resterà vano? ha aggiunto Irene Khan.
La libertà di espressione è stata notevolmente assente nelle discussioni politiche tra il governo sudanese, le Nazioni Unite o altri interlocutori. La libertà di espressione è fondamentale non solo perché costituisce un diritto in sé, ma anche perché agisce in difesa di altri diritti. Se le persone non saranno libere di parlare sarà difficile per le Nazioni Unite o gli osservatori dell?Unione africana valutare accuratamente gli eventuali progressi nel Darfur.
Fra i casi citati nell?ultimo rapporto di Amnesty International, vi sono quelli di 7 persone arrestate a Abu Dereja presso Al Fasher il 15 e il 17 luglio per aver fornito informazioni agli osservatori dell?Unione africana per il cessate-il-fuoco. Secondo quanto riferito, al 20 agosto queste persone erano ancora detenute nel centro di sicurezza nazionale di Al Kasher.
Le autorità sudanesi stanno anche cercando di far desistere la società civile dal discutere le cause e le soluzioni della crisi. Alcuni sono stati arrestati per aver consegnato petizioni, aver cercato di organizzare incontri pubblici e essersi opposti al ritorno in aree insicure di persone sfollate a causa del conflitto.
Il controllo sulla stampa indipendente sudanese è rigido e le emittenti radio-televisive di proprietà dello Stato forniscono una visione della crisi unilaterale, descrivendo i rapporti della stampa estera sulle violazioni dei diritti umani nel Darfur come una ?cospirazione contro il Sudan?. Come ha affermato un avvocato sudanese: ?La carenza di informazioni sul conflitto a Khartoum è un problema. Le persone non sanno cosa sta accadendo nel Darfur. In televisione e alla radio il governo dice che va tutto bene in Darfur, che la popolazione è assistita e che la situazione è sotto controllo?.
Il governo sudanese ha ulteriormente cercato di controllare l?informazione sulla crisi con il diniego di accesso nel Darfur, nonostante le numerose richieste, ad organizzazioni internazionali per i diritti umani, come Amnesty International, che hanno criticato Khartoum.
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