Cultura

Meeting. Mons. Warduni: “In Iraq rischiamo di rimpiangere Saddam”

Il vescovo ausiliario della chiesa cattolica caldea di Baghdad ha parlato della difficile situazione dei cattolici in Iraq: "Vogliono cacciarci"

di Ettore Colombo

Rimini. Dal nostro inviato. “Senza un governo forte, legittimato da istituzioni libere e sostenuto dalla cooperazione delle Nazioni Unite, non sarà possibile por fine alla tragedia che il popolo iracheno vive da ormai troppo tempo”, afferma con voce calma ma ferma al Meeting di Cl a Rimini monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare dela chiesa cattolica di rito caldeo a Baghdad. IL vescovo ha sottolineato che “se non si riporta la pace e la serenità al più presto la gente finirà con il rimpiangere la dittatura di Saddam Hussein”. Il rappresentante della chiesa caldea in Iraq, presente nel Paese arabo dal I secolo dopo Cristo e che oggi conta circa un milione di fedeli, ha anche lanciato un drammatico appello al popolo di Cl, nell’incontro pubblico tenuto al Meeting che lo ha visto protagonista insieme ai responsabili dei progetti dell’Avsi, la ong legata a Cl, sostenendo che “contro i cattolici, in tutto il Medio Oriente, è in atto un vero e proprio complotto, a mio parere: vogliono cacciarci sia gli integralisti islamici che i protestanti legati agli Usa”. “La mia gente ha bisogno di tutto – ha detto Warduni ai ciellini che lo hanno accolto con grande calore e affetto – ma soprattutto delle vostre preghiere perché sia ristabilita la pace”. Aggiungendo: “I problemi dell’Iraq vengono da fuori. Noi non abbiamo mai avuto terroristi, attentati, rapimenti e tragedie: tutto questo avviene perché da un anno e quattro mesi le nostre frontiere sono aperte ed entra di tutto”. Il dramma, prosegue il vescovo, è che “l’Iraq è un Paese ricco; ma la nostra ricchezza, il nostro petrolio sono state la nostra disgrazia perché hanno attirato gli interessi di tanti, dando vita alle tragedie che viviamo. Se vogliono il petrolio iracheno se lo prendano, ma ci lascino vivere in pace. Potremmo vivere bene, ma c’è chi lavora per dividerci, e mi pare che ci riescano benissimo”. Quanto alle prospettive per il Paese, Warduni auspica “un governo stabile, credibile; un governo – precisa – non laico ma libero e prestigioso che garantisca i diritti della gente, quei diritti umani per i quali il Papa lotta”. “Se tutte le Nazioni – ha concluso – si mettessero d’accordo una volta e per tutte entro polchi mesi nel nostro paese tornerebbe la pace. Se la pace non torna la gente finirà con il rimpiangere la dittatura di Saddam”.


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