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Venezuela: Chávez vince e resta a Miraflores

Il "No", favorevole a che Chávez resti alla presidenza sino al 2006, ha ottenuto 4.991.483 voti (pari al 58,25%), mentre il "Sì", ha raccolto 3.576.517 voti (pari al 41,74%)

di Paolo Manzo

I venezuelani hanno deciso il destino del loro presidente, Hugo Chávez Frías: in una dichiarazione a reti unificate, il presidente del Cne (Comitato Nacional Electoral), Francisco Carrasquero, ha detto che con il 94,49% delle schede automatizzate pervenute e scrutinate alle 3,47 di stanotte a Caracas (le 9,47 italiane), l’opzione no, favorevole a che Chávez resti a palazzo Miraflores sino alla scadenza del suo mandato nel 2006, ha ottenuto 4.991.483 voti (pari al 58,25%), mentre l’opzione sì, ha raccolto sinora 3.576.517 preferenze (pari al 41,74%). La speranza di tutti nelle ore che hanno preceduto el revocatorio, come chiamano a Caracas quest?appuntamento elettorale che ha visto una partecipazione popolare senza precedenti, che la consultazione potesse svolgersi in tranquillità è stata soddisfatta. In tutto il Paese ci sono state tre vittime ma non vincolate strettamente al voto. Il referendum, a detta degli osservatori internazionali tra cui l?ex presidente colombiano César Gaviria (segretario generale dell?Organizzazione degli Stati americani) e Jimmy Carter, leader del Centro che porta il suo nome, si è svolto in piena regolarità. Unico inconveniente il meccanismo elettronico che controllava le impronte digitali di tutti gli aventi diritto al voto, che ha ritardato molto le operazioni di voto, costringendo i venezuelani a code di molte centinaia di metri. Anche per questo la chiusura dei seggi, prevista inizialmente per le ore 17 di ieri, è stata posticipata alla mezzanotte (ora venezuelana). Dopo aver raccolto i 2,4 milioni di firme necessarie per arrivare al referendum, l?opposizione aveva bisogno di 3.757.773 schede valide per revocare il mandato dell?ex tenente colonnello dei paracadutisti. Mancano, quindi, oltre 200mila ?Sì? affinché ciò accada e, visto che allo scrutinio manca solo il 5 per cento degli aventi diritto, è pressoché certa la vittoria di Hugo Chávez Frías. La vittoria dell?ex tenente colonnello dei paracadutisti è stata accolta favorevolmente dai mercati internazionali del petrolio, rallentando la crescita dell?oro nero nelle prime ore di stamane. Alcuni membri della coalizione di Coordinadora Democrática (CD) che si oppone a Chávez, respingono però il risultato ufficiale che ha dato la vittoria del referendum revocatorio al presidente venezuelano mentre, di fronte al palazzo di Miraflores, si sta riunendo una folla crescente di ?chavistas?. Il risultato di proporzioni apparentemente indiscutibili, infatti, ha colto di sorpresa anche i militanti più convinti della vittoria, accrescendo la gioia: con magliette e berretti rossi, migliaia di persone nonostante la notte avanzata si abbandonano a balli al ritmo di musiche folcloristiche venezuelane. Il balcone principale del palazzo è stato adornato con bandiere venezuelane e il presidente si è appena affacciato, per salutare la gente, gridando ?Viva Bolivar!? e ?è esploso il No!?. Chávez ha assicurato che la vittoria del no nel referendum di ieri in cui era in gioco il suo mandato ”è la vittoria della costituzione bolivariana”. Parlando a migliaia di suoi sostenitori festanti, il capo dello stato ha sostenuto che ”prima di tutto dobbiamo rendere grazia a Dio Nostro Signore per aver illuminato questo cammino”, ricordando che lo strumento del referendum revocatorio previsto dalla costituzione ”è inedito sul pianeta terra”. Chávez ha quindi detto che la vittoria ”ormai irreversibile del no”, significa anche ”la vittoria del popolo venezuelano e la progressiva costruzione di un paese di uguali”. Con il no, ha continuato, ”abbiamo dato un grande esempio al mondo” ed abbiamo permesso ”il trionfo della volontà di costruire una nuova patria per i nostri figli”. Si tratta di ”un nuovo modello democratico e di progetto di sviluppo alternativo a quello selvaggio neoliberale che ha condotto il Venezuela alla miseria, alla povertà, alla disugaglianza e alla ingiustizia”. Poi ha aggiunto: ”costruiremo un paese di uguali, senza ingiustizia”. Dopo aver detto che da oggi al dicembre 2006 (quando scadrà il suo mandato) ”continuerà la costruzione del modello bolivariano”, Chávez ha indicato che ”coloro che hanno votato Sì nel referendum non devono sentirsi sconfitti” perché fanno parte della stessa patria. Quindi il capo dello stato si è riferito agli Stati Uniti: ”voglia il cielo che questa nostra vittoria permetta agli Usa di rivedere la loro posizione nei confronti del popolo venezuelano”. Con la vittoria di Chávez, la maggiore incognita è capire se il presidente vorrà sfruttare la vittoria per passare a una fase ancora più radicale della ?rivoluzione bolivariana?, o ? al contrario ? per riaprire un dialogo con i partiti d?opposizione. Dialogo che oggi non esiste, sia per colpa della Coordinadora Democrática (che non perde occasione per insultare pesantemente l?ex tenente colonnello dei paracadutisti) sia dello stesso Chávez (che in quanto a toni sopra le righe non si ?fa mancare nulla?). I dati definitivi dovrebbero essere resi noti entro poche ore e, la speranza di tutti a Caracas, è che possano essere accettati serenamente da tutti. Anche perché, com?era stato previsto ampiamente già prima del referendum, il difficile per la società venezuelana più che mai divisa in due fronti (i ?chavistas? maggioranza e gli ?antichavistas? minoranza) inizia oggi, 16 agosto 2004.


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