Cooperazione internazionale

Il mondo in guerra ha sempre più bisogno di ong

I dati raccolti sul portale Open Cooperazione, danno conto del boom degli interventi umanitari in ambito internazionale. Oltre 5.400 progetti in 122 Paesi: per lo più riguardano Emergenza e aiuti umanitari, Salute ed Educazione

di Redazione

Il 2023 ha fatto registrare un nuovo massimo storico per gli aiuti umanitari internazionali provenienti dai donatori ufficiali, raggiungendo i 223,7 miliardi di dollari rispetto ai 211 miliardi di dollari dell’anno precedente: lo attestano i dati raccolti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – Ocse.

I Paesi donatori, nonostante non abbiano onorato completamente gli impegni presi, hanno aumentato i flussi di aiuti soprattutto a seguito delle decine di conflitti armati aperti, facendo registrare così un ulteriore incremento del 9% per gli aiuti all’Ucraina e del 12% per l’assistenza alla popolazione di Gaza e del West Bank nei primi mesi dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023.

Il drammatico scenario mondiale ha influito a cascata sulle attività delle ong e delle organizzazioni della società civile – Osc che operano nel mondo della cooperazione internazionale e dell’aiuto umanitario. Non è un caso, infatti, che i dati relativi delle principali organizzazioni italiane al 2023 mostrino un rilevante incremento delle attività di tipo umanitario. Questo specifico settore oggi ha presentato i propri dati di trasparenza attraverso il portale Open Cooperazione, una piattaforma open data che raccoglie da ormai dieci anni i dati di trasparenza e accountability di oltre 200 tra le più importanti organizzazioni italiane. I dati, inseriti volontariamente da Ong, fondazioni e altri enti del Terzo settore, sono stati aggregati da Open Cooperazione e resi pubblici nel portale attraverso grafici e infografiche. Anche nel 2023 le organizzazioni italiane attive nel settore hanno messo a segno una crescita economica di quasi 10 punti percentuali: il valore economico sfiora quota 1,4 miliardi di euro.

Le organizzazioni italiane sono attive in 122 Paesi del mondo, con oltre 5.400 progetti implementati (+9% rispetto al 2022). In crescita l’impegno sui tre fronti più caldi per le Osc: Emergenza e aiuti umanitari, Salute ed Educazione sono gli ambiti di intervento che hanno registrato il più forte aumento percentuale (15-17%). All’estero si conferma il primato dei Paesi africani, molti dei quali sono anche prioritari nel Piano Mattei per l’Africa che il governo italiano ha avviato nel 2023. Mozambico, Etiopia, Uganda, Kenya e Repubblica democratica del Congo sono i Paesi dove le Ong realizzano più attività (942 progetti). In crescita anche l’intervento delle organizzazioni attraverso progetti in Italia, dove viene messo in campo il numero più alto di progetti. Sono quasi mille quelli realizzati nel 2023 da 89 organizzazioni. Spicca l’incremento esponenziale delle attività progettuali nei contesti di conflitto: in Ucraina 26 organizzazioni hanno realizzato 100 progetti, in Palestina e Libano 29 organizzazioni hanno messo in campo rispettivamente 116 e 144 progetti.

Nella visualizzazione dei dati aggregati da Open Cooperazione è possibile navigare la mappa dei progetti implementati dalle Osc nei diversi Paesi, visualizzando il dettaglio delle organizzazioni e il numero dei progetti Paese per Paese. Come ogni anno sono state pubblicate le classifiche delle Ong e i trend pluriennali calcolati sui dati dell’ultimo triennio. Save the Children, Fondazione Avsi, Intersos, Medici senza frontiere, Comitato italiano per l’Unicef, Emergency, Coopi, ActionAid, WeWorld e Medici con l’Africa si confermano le prime dieci organizzazioni italiane sulla base dei loro bilanci delle entrate che in molti casi riportano incrementi a doppia cifra.

«Al di là della classifica delle principali Osc italiane, è importante notare come le risorse finanziarie si stiano progressivamente concentrando in un numero ristretto di organizzazioni», osserva Elias Gerovasi, curatore del progetto Open Cooperazione. «Oggi più del 82% delle entrate economiche del settore sono realizzate dalle prime 20 organizzazioni italiane, una percentuale in costante crescita da quando, nel 2014, abbiamo iniziato a raccogliere i dati di trasparenza delle Ong italiane. Una tendenza che sicuramente è alimentata dalla crescita dei fondi destinati alle emergenze a all’aiuto umanitario, attività che normalmente vengono realizzate dalle organizzazioni più solide e strutturate».

Sostanzialmente stabile, rispetto agli anni precedenti, la composizione delle entrate. Per le Osc, il rapporto tra fondi pubblici e fondi privati si attesta rispettivamente a quota 59% e 41%. I fondi pubblici alle Ong arrivano dai cosiddetti finanziatori istituzionali, il 36% dall’Agenzia italiana per la Cooperazione – Aics e dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale – Maeci, un altro 33% dall’Unione Europea (Ue+Echo), poco meno del 18% dagli enti territoriali attraverso la cooperazione decentrata e il restante 14% da agenzie delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali. Si evolve invece lo scenario dei fondi privati: mentre restano stabili quelli erogati dalle Fondazioni (33%), si riducono le entrate da donazioni o partnership con le aziende dal 40 al 35%. Il canale fiscale del 5×1000 contribuisce per il 25% e le Chiese per il 6% circa.

Novità anche sul fronte delle risorse umane impiegate nel settore in Italia e all’estero che, per la prima volta negli ultimi cinque anni, registrano una decrescita. Sono quasi 27mila gli operatori (56% uomini e 44% donne), in calo del 9% rispetto al 2022. Si riduce anche il numero degli operatori italiani espatriati, i cosiddetti cooperanti: nel 2023 se ne sono registrati poco più di duemila. A questa community si aggiunge poi il preziosissimo contributo del lavoro volontario: i volontari attivi e quelli del Servizio civile che hanno operato per le Ong nel 2023 sono cresciuti del 14% rispetto all’anno precedente.

Tutti i dati citati si riferiscono ai valori presenti sul portale Open Cooperazione in data 27 novembre 2024.

Per conoscere i progetti e le rispettive organizzazioni italiane che operano nel mondo, cliccare qui.

Per scoprire le top 10 delle organizzazioni italiane per il 2023, cliccare qui.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.