Giovani

Il servizio civile? Sia davvero per tutti

Le associazioni lanciano la campagna "Quanto vale il futuro? Più servizio civile per investire nei giovani e nel bene comune!". Laura Milani, presidente del Cnesc (Conferenza nazionale enti per il servizio civile): «Obiettivo dell'iniziativa? Raggiungere l'universalità e stabilizzare il sistema del servizio civile»

di Alessio Nisi

civile

È una campagna che vuole «investire nei giovani e nel bene comune» e che si pone come obiettivo primario «di chiedere la stabilizzazione del servizio civile e di raggiungere l’universalità». Finalità che si pongono all’interno di un quadro in cui «sono state investite risorse importanti sul servizio civile dall’attuale Governo, sia per questo bando che sul prossimo». Perché «l’universalità non è solo una questione di risorse», ma vuol dire lavorare in ottica di lungo periodo per la promozione del servizio civile e dei suoi valori.

Non siamo qui solo a chiedere fondi, siamo qui perché il servizio civile promuove dei valori ed è una delle poche proposte pratiche che nel nostro Paese sono rivolte ai giovani

Laura Milani – presidente Conferenza nazionale enti per il servizio civile

Il futuro e i giovani, le parole chiave

Queste le parole rilasciate a VITA con cui Laura Milani, presidente Conferenza nazionale enti per il servizio civile – Cnesc (Cnesc) è entrata nel dettaglio di “Quanto vale il futuro? Più servizio civile per investire nei giovani e nel bene comune!”, iniziativa per far crescere assieme alle istituzioni l’intero sistema del servizio civile. Fra i soggetti che hanno aderito alla campagna ci sono Cnesc, l’associazione centri di servizio per il volontariato – Csvnet e il Forum nazionale servizio civile.

Per aderire e per le info è online QUI il sito della campagna e la pagina social QUI.

Laura Milani, presidente Conferenza nazionale enti per il servizio civile – Cnesc

Far crescere insieme il servizio civile

«Tra di noi» spiega Milani riferendosi ai diversi enti che hanno preso parte all’iniziativa, «abbiamo trovato un equilibrio, che è anche un obiettivo comune: far crescere insieme il servizio civile, partendo dalla convinzione del valore che ha il servizio civile stesso per i giovani e la comunità».

Il servizio civile è una palestra di cittadinanza per i giovani, che permette loro di formarsi facendo e di diventare cittadini attivi che possono fare la differenza

Laura Milani

Gli obiettivi della campagna

Legato all’obiettivo dell’universalità del servizio civile, la campagna chiede di garantire un fondo ordinario stabile che ogni anno permetta l’avvio al servizio di un contingente minimo di almeno 60mila operatori volontari.

Chiede, inoltre, di favorire la partecipazione dei giovani: diffondendone la conoscenza e rafforzandone la promozione attraverso accordi con le scuole e le università e azioni di orientamento, facilitando i processi di accesso per superare l’attuale modello concorsuale che rappresenta un ostacolo all’inclusione, sia per gli enti che per i giovani.

Le risorse stanziate dal Governo

Dopo mesi di incertezza, la scelta del Governo di investire 413 milioni che permetteranno l’avvio di circa 60mila giovani, e di garantire un numero stabile di almeno 50mila giovani per le annualità 2025-2027, consentirà agli enti di programmare i propri interventi e di assicurare quindi maggiore stabilità e continuità all’intero sistema per almeno altri quattro anni, e
conseguentemente, offrirà ai giovani l’opportunità di impegnarsi per la propria comunità e il bene comune.

La presentazione della campagna “Quanto vale il futuro?”

Un segnale importante

A proposito di quei 50 mila giovani, Milani sottolinea che «sono un segnale molto positivo di riconoscimento. E», precisa, «anche rispetto a questo aspetto abbiamo scelto di lanciare questa campagna». Non solo, quelle risorse «sono un passo importante perché», ragiona Milani, «permetteranno agli enti di fare programmazione». Sono mediamente più di 100mila i giovani che ogni anno chiedono di fare servizio civile, e quasi 90mila i posti presentati dagli enti in progettazione.

Occasione di incontro intergenerazionale

Il tema della stabilizzazione delle risorse», chiarisce Ivan Nissoli di Csvnet, «è uno degli obiettivi della campagna. Vorremmo che tutti i giovani che chiedono di fare servizio civile lo possano fare».

Aggiunge, «vogliamo poi che il servizio civile sia sempre più conosciuto nel nostro Paese», non solo «dagli addetti ai lavori», e che «possa essere veramente occasione di incontro intergenerazionale». Mentre sulla facilitazione all’accesso al servizio civile, Nissoli spiega: «Vorremmo pensare a immaginare modalità innovative».

Enrico Maria Borrelli, del Forum nazionale del servizio civile, e il logo della campagna

Che cosa chiede il manifesto

In questa direzione vanno lette anche le richieste di una campagna che chiede alle istituzioni di «attivare gli accordi con le università e le scuole, di implementare azioni di orientamento e anche di semplificare i processi» di selezione, superando «il sistema concorsuale che è farraginoso e non facilita la partecipazione ai giovani».

Il logo e il senso del “più”. Il servizio civile dà l’opportunità a tutti, un “più”, che è anche nel logo della campagna, come spiega Enrico Maria Borrelli, del Forum nazionale del servizio civile. «È più speranza, più fiducia, più pace. È un logo che mette in luce la positività dei nostri intenti».

E i colori? «I colori sono quelli del servizio civile, terreno straordinario di sperimentazione per il nostro Paese», è «una nostra istituzione». E, aggiunge, «noi pensiamo che lo Stato debba investire in questo».

In apertura foto di Duy Pham per Unsplash. Nel testo foto e video di Alessio Nisi

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