Welfare

Carcere, a Rebibbia 1600 detenuti al posto di 900

La denuncia del capogruppo di Rifondazione comunista alla Regione Lazio Salvatore Bonadonna arriverà alla Corte di Giustizia europea

di Redazione

”Il carcere di Rebibbia, che dovrebbe ospitare solo 900 detenuti, vede la presenza di circa 1.600 reclusi costretti a vivere in celle con sei letti a castello dove potrebbero starcene quattro”. Lo ha detto il capogruppo di Rifondazione comunista alla Regione Lazio Salvatore Bonadonna rivolgendosi al ministro della giustizia, Roberto Castelli. ”Invieremo una relazione alla Corte di Giustizia europea – ha spiegato -, che gia’ altre volte ha condannato l’Italia per la condizione penitenziaria, e al Parlamento europeo”. ”L’hotel a cinque stelle ‘Rebibbia nuovo complesso’ – ha detto Bonadonna – ha esaurito le camere e i posti letto. Persino le sale previste per la socialita’, i giochi da tavolo o le palestre, sono trasformati in dormitori con 10-14 brandine. Due docce per oltre 150 detenuti quando va bene, nella gran parte dei casi solo una. Il caldo, il sovraffollamento e tutti i servizi largamente insufficienti, in primo luogo quello sanitario, rendono la vita insopportabile”. Il capogruppo comunista ha poi sottolineato che ”si deve alla maturita’ civile dei reclusi e alla sensibilita’ della direzione e della sorveglianza se il malessere non si e’ finora trasformato in forme di protesta eclatanti. Il personale di sorveglianza, sotto organico, e’ sottoposto a turni di lavoro intollerabili e per di piu’, oltre cento agenti sono comandati ai servizi di scorta e ad altri servizi ministeriali. Le manie di grandezza del ministero richiedono, evidentemente, larghi apparati di rappresentanza”. ”Ci chiediamo quale ruolo stia svolgendo la Regione Lazio, che pure aveva istituito il Garante per i detenuti, e dov’e’ la grande attenzione che Storace aveva dichiarato di dedicare alla condizioni della carceri”. Bonadonna, infine, attacca il ministro Castelli: ”E’ partita, intanto, la fase della costruzione delle carceri private – ha concluso -, che tanto piace al ministro Castelli e forse, proprio per garantire gli affari di quelli che le gestiranno, dopo averle costruite, la Lega lancia la campagna per la reclusione dei mendicanti. Non dovessero bastare tutti quelli che per piccoli reati e per grandi disagi sociali finiscono nelle galere, e’ bene prevedere come fornire nuova materia prima a quanti entrano nel mercato dello sfruttamento dei detenuti. Castelli puo’ non saperne di giustizia, ma e’ un ingegnere e di organizzazione della produzione per il profitto ha spesso vantato di intendersene”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA