Mondo

Darfur, cibo e acqua per 75mila scampati ai massacri

Iniziativa dell'ong romana Intersos

di Stefano Arduini

20 tonnellate di biscotti energetici, 5.000 taniche da 10 litri, 10.000 secchi, 4.200 metri di robusti teli di plastica, 5 container da 1.000 litri e una potente motopompa. Questo il contenuto di un volo umanitario che INTERSOS, in collaborazione con la Cooperazione Italiana e con il Deposito delle Nazioni Unite a Brindisi, sta approntando e che giungerà lunedì prossimo 9 agosto ad Al Jeneina, nel Darfur. E’ in questa località che circa 75.000 profughi scampati ai massacri dei Janjaweed hanno trovato riparo e assistenza, in attesa di poter rientrare quanto prima alla loro terra e alle loro case. Ad Al Jeneina INTERSOS è presente con dei propri operatori ormai da alcuni mesi, prendendosi cura dei profughi (70% sono donne e bambini), soprattutto per quanto riguarda i bisogni nutrizionali, di approvvigionamento idrico e di misure igieniche, ma anche svolgendo attività di protezione delle persone più vulnerabili, specialmente le donne che sono state vittime di stupro. Si sta anche provvedendo a rilevare i bisogni dei profughi raccoltisi in zone non ancora raggiunte da alcun aiuto umanitario, per i quali INTERSOS intende mobilitarsi al meglio. Gli operatori INTERSOS, esperti nella conduzione di interventi di emergenza nei campi profughi, vivono sotto tenda, dispongono di due fuoristrada per gli spostamenti sul campo, di radio ricetrasmittenti e di telefoni satellitari per i contatti con Khartoum e con la sede centrale di INTERSOS. INTERSOS – mentre prosegue le proprie attività di sostegno anche ai circa 30.000 rifugiati nel vicino Ciad – sta dialogando con il governo centrale di Khartoum e con le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite, al fine di coordinare al meglio le iniziative e ottenere i massimi risultati possibili con le risorse umane e finanziarie disponibili, queste ultime di gran lunga inferiori ai bisogni provocati da questa ennesima follia bellica.


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