Cultura

Sicilia, immigrazione: oltre mille sbarchi in 10 giorni

Diritto d'asilo e ricongiungimenti familiari. L'appello della Caritas

di Stefano Arduini

La Caritas Italiana invita a non dimenticare il dramma di oltre 1.000 persone sbarcate negli ultimi dieci giorni sulle coste della Sicilia e a rafforzare l’impegno per la tutela dei diritti e l’accoglienza dei richiedenti asilo.
Pone inoltre l’attenzione sulle difficoltà riscontrate in questi ultimi mesi per il rinnovo dei permessi di soggiorno dei lavoratori stranieri e per il disbrigo delle pratiche per il ricongiungimento familiare.

Negli ultimi dieci giorni sono sbarcate sulle coste della Sicilia oltre mille persone – 284 solo ieri – provenienti anche da quei Paesi africani colpiti da guerre e violenze spesso dimenticate. Un fatto che chiede di moltiplicare gesti e segni di accoglienza e di tutela. Caritas Italiana è impegnata con oltre 40 Caritas diocesane, anche nelle aree di frontiera, per tutelare e accompagnare i richiedenti asilo, i rifugiati e le proprie famiglie, perché possano trovare salvezza nel Paese di asilo.

?Se occorre contrastare con fermezza i mercanti di nuovi schiavi, e occorrono efficaci politiche di cooperazione – afferma mons.Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana, appena rientrato proprio dall’Africa – è altresì necessaria una risposta europea ad ampio raggio, che contempli un’equa ripartizione delle responsabilità tra tutti gli Stati relativamente all’accoglienza dei profughi?. ?Una particolare attenzione – aggiunge Nozza – deve essere rivolta alla tutela dei diritti dei richiedenti asilo. Nello specifico è essenziale garantire loro in ogni tempo un accesso effettivo alla procedura di asilo?.
Le recenti direttive europee, gli articoli della legge Bossi -Fini in materia di asilo con il relativo regolamento d’attuazione da poco approvato, ma, soprattutto, una normativa organica che disciplini in modo specifico il diritto di asilo sono tra quegli strumenti che si auspica potranno consentire all’Italia di rispondere in modo adeguato alla propria vocazione di ‘frontiera sul Mediterraneo’.

Ma accanto ai viaggi della speranza c’è anche un’immigrazione nel nostro Paese non più basata sulla precarietà, bensì sulla relativa stabilità e quindi sull’integrazione delle persone, delle famiglie, dei gruppi nelle società di arrivo. Questo mondo di oltre due milioni e mezzo di persone in questi mesi è stato messo in grave difficoltà nel rinnovo dei propri permessi di soggiorno e nel portare a termine le pratiche per il ricongiungimento familiare. File agli sportelli di decine di questure d’Italia, alcuni problemi irrisolti sul rinnovo dei permessi di soggiorno di parte di quei 634.000 immigrati che hanno beneficiato della regolarizzazione, ostacoli e incertezze in ordine alla possibilità di tornare in patria a trovare i familiari per coloro che hanno avuto un ?cedolino?di prenotazione. In questa situazione difficile, Caritas Italiana, raccogliendo l’appello di molte Caritas diocesane impegnate sul territorio nazionale nel servizio agli immigrati in oltre 3.000 centri di ascolto e in centinaia di strutture di accoglienza e di protezione sociale, chiede di portare a compimento il testo del regolamento di attuazione della legge Bossi Fini in materia di immigrazione, e sollecita l’urgente rafforzamento del personale impiegato oggi nelle Questure e, domani, nelle Prefetture.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.