Oltre le sbarre
L’università entra in carcere. A Bollate
I detenuti presso la Casa di reclusione iscritti ai poli universitari penitenziari di Milano-Bicocca, Bocconi e Statale di Milano avranno uno strumento in più per il loro corso di studi: un’aula multimediale con accesso alle piattaforme online degli atenei. Potranno usufruire dei servizi didattici, anche di e-learning, e di quelli di segreteria
Un’aula multimediale da cui accedere in tempo reale ai materiali del corso e, laddove disponibili, alle video-lezioni ma anche gestire autonomamente la propria carriera universitaria. È questo il nuovo passo avanti per gli studenti iscritti ai poli universitari penitenziari di Milano-Bicocca, Bocconi e Statale di Milano e detenuti presso la Casa di reclusione di Bollate, che potranno accedere alla piattaforma in tutta sicurezza.
Grazie a un collegamento filtrato, usufruiranno dei servizi didattici erogati attraverso le piattaforme online dall’ateneo, tra i quali, ove previsti, quelli di e-learning, e accederanno autonomamente a servizi di segreteria, come ogni altro studente (anche se con le limitazioni del caso). Avranno anche accesso alla piattaforma dei servizi bibliotecari, potendo consultare in autonomia le fonti bibliografiche disponibili.
L’Università di Milano-Bicocca si è fatta promotrice di questa iniziativa ed è capofila del progetto che ha coinvolto anche l’Università Bocconi e l’Università di Milano, svolgendo tutti i test di sicurezza necessari: ora anche dal carcere si possono vedere i dettagli dei corsi universitari, compresi gli obiettivi formativi, eventuali video-lezioni, slide e materiale integrativo richiesto per gli esami, ma anche gli esiti delle prove e tutte le informazioni relative al percorso universitario.
L’iniziativa è stata realizzata grazie al contributo della Universo cooperativa sociale, che ha fornito i computer e provveduto a collegarli a una rete filtrata da firewall. La cooperativa gestirà il servizio e si farà carico del filtraggio dei contenuti. Il progetto è stato presentato alla presenza del direttore della Casa di reclusione di Bollate Giorgio Leggieri, nonché del responsabile dell’area educativa Roberto Bezzi e di Lorenzo Lento, presidente della Universo cooperativa sociale.
Erano presenti anche i rappresentanti dei tre atenei milanesi attivi con i loro poli universitari penitenziari all’interno dell’istituto carcerario: il professor Stefano Simonetta, prorettore ai servizi agli studenti e diritto allo studio dell’Università Statale di Milano, il professor Carlo Salvato, prorettore vicario dell’Università Bocconi, e la professoressa Maria Elena Magrin, delegata della rettrice per le attività del Polo universitario penitenziario di Milano-Bicocca.
Un progresso operativo e psicologico
«Si tratta di un progresso dal punto di vista operativo, ma anche psicologico», ha detto Maria Elena Magrin. «Lo studente detenuto potrà avere, infatti, una certa padronanza nella gestione della propria posizione e non avrà più bisogno di qualcuno che gli faccia da filtro con l’istituzione universitaria». Il Polo universitario penitenziario di Milano-Bicocca fa parte di una rete nazionale di 44 università e un centinaio di istituti di pena: attualmente gli studenti detenuti iscritti al Polo penitenziario dell’ateneo di Bicocca sono 90 (53 nella Casa di reclusione di Bollate), divisi tra 27 corsi di laurea che afferiscono a 13 dipartimenti.
Bocconi: dal Progetto carceri alle cliniche legali
«Occuparsi delle comunità vulnerabili, come quella dei detenuti», ha sottolineato Carlo Salvato prorettore vicario della Bocconi, «è un impegno che Bocconi porta avanti attraverso una molteplicità di iniziative che vanno dal Progetto carceri, che in questo anno accademico coinvolge 15 detenuti regolarmente iscritti al corso di laurea in Economia e management, alle cliniche legali presso le carceri di Bollate e Opera. Un impegno che continueremo a incrementare grazie alla competenza della professoressa Marta Cartabia, che da quest’anno è prorettrice all’Impegno sociale e agli Affari istituzionali».
Statale: Progetto Carcere tra i più grandi d’Europa
«Per la Statale di Milano si tratta di un’ulteriore, importante tessera nel mosaico di azioni attraverso cui portare quotidianamente l’università nelle carceri», ha detto Stefano Simonetta. «Quest’aula permetterà infatti alle persone ristrette di accedere in autonomia a una serie di servizi e materiali, ferma restando l’importanza primaria di una presenza concreta all’interno degli istituti penitenziari, attraverso i corsi che vi svolgiamo ogni settimana e l’ingresso quotidiano dei tutor che seguono le nostre studentesse e i nostri studenti ristretti. Il Progetto Carcere della Statale di Milano, anch’esso parte della rete nazionale, è tra i più grandi d’Europa con 159 studenti iscritti (di cui 51 a Bollate), 28 dipartimenti coinvolti sui 31 totali e tutte le dieci facoltà coinvolte».
Valorizzazione dei percorsi formativi: un vantaggio per tutta la società
«Gli studenti del Polo universitario penitenziario hanno gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri. Le condizioni detentive, però, limitano la loro possibilità di fruizione delle attività universitarie, didattica compresa: questa nuova aula accorcerà la distanza tra carcere e università, tra “dentro” e “fuori”», ha spiegato la rettrice di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni. «Educazione e istruzione sono indispensabili per la riduzione del crimine ed è per questo che dalla valorizzazione di questi percorsi ne deriva un vantaggio per tutta la società».
Foto ufficio stampa Università di Milano Bicocca
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