Non profit

Olimpiadi 2004. Iraq o Atene? Il mondo scelga

Numero da collezione da 48 pagine di Vita non profit magazine dedicato ai giochi di Atene. In anteprima web l'editoriale di Riccardo Bonacina

di Riccardo Bonacina

Vi presentiamo con un certo orgoglio questo numero monografico di Vita che vi farà compagnia per tre settimane. Un numero speciale cui l?intera redazione e tanti collaboratori ed editorialisti hanno contribuito a comporre. Vi proponiamo un racconto lungo 48 pagine fatto di immagini inedite e insieme di immagini che fanno parte della nostra memoria collettiva, fatto di grandi interviste e di elzeviri, di sorprendenti inchieste e di notizie inedite. Tutto intorno a un grande tema, lo sport come nessuno ve lo ha mai raccontato. È tempo di Olimpiadi, e nei prossimi giorni il circo mondiale dei media si trasferirà in Grecia, ma alla disponibilità e alla potenza dei mezzi non significherà ricchezza di informazioni e di racconto. Sapremo tutto sulle performance, sui problemi di sicurezza e di budget, sapremo molto sulla vita privata degli atleti e dibatteremo intorno al doping, andremo in cerca di facce nuove e saremo sommersi dalle curiosità più spicciole. Eppure le Olimpiadi, e le Paraolimpiadi che seguiranno, sono un evento globale, più potente e forse più partecipato della stessa guerra in Iraq, un evento in cui il mondo mette in scena se stesso, le sue ansie e i suoi sogni, in uno spazio per definizione neutro. Uno spazio in cui il mondo mette in gioco la parte migliore di sé, quella di chi costruisce ponti. Atleti del Nord e del Sud del mondo gareggeranno insieme, sulle piste e nei campi da gioco si confronteranno rappresentanti di popoli assediati e di popoli assalitori, ricchi e poveri, bianchi e neri. Oltre tre miliardi di persone in ogni parte del mondo assisteranno a questo evento, e con loro anche noi. Ma quello che vi proponiamo non è il punto di vista del telespettatore, ma piuttosto quello ben sintetizzato, proprio in un?intervista in questo numero, da un atleta simbolo di Atene 2004, Andrew Howe che ci ha detto: «Andrò all?Olimpiade per allargare i miei orizzonti e conoscere di più il mondo. In quest?ottica i Giochi rappresentano uno degli eventi migliori per evitare che sorgano incomprensioni e guerre tra popoli differenti». Il sommario di questo numero: la storia sociale delle Olimpiadi, attraverso le immagini e le parole dei protagonisti; l?Africa alle Olimpiadi; la guida agli sponsor; la guida completa alle Paraolimpiadi; il chi e il dove dello sport di base, vera e propria fucina di sport, non è menù da telespettatore ma da cittadino attivo che vuole capire il mondo, tutto del mondo, per provare a cambiarlo. C?è un capitolo, tra i tanti che compongono questo numero speciale che ci sta particolarmente a cuore, quello dedicato alla Tregua Olimpica che nel 421 a. C. era addirittura di 10 mesi. Le Olimpiadi ci sembrano, infatti, l?evento globale che più di tutti può rilanciare le ragioni della pace. Nell?antichità la tregua olimpica era ritenuta sacra e rispettata da tutti. Oggi, che ne è di quella tradizione? L?Onu l?ha ripresa, addirittura con una risoluzione, con cui ha approvato la tregua olimpica per i Giochi di Atene 2004. Ma gli interessi e i rumori dell?altro evento globale, la guerra, sono così assordanti che neppure si sa della risoluzione finita in chissà quale cassetto. Viviamo in un mondo che spende più di mille miliardi per le armi e per le guerre, 300 miliardi di dollari in sussidi per la protezione dell?agricoltura dei Paesi ricchi e 50 miliardi di dollari per provare a curare (senza alcun successo) le ferite e i disastri provocati dalle prime due voci del bilancio mondiale. Ad Atene andranno in scena anche le ragioni di chi vuole costruire un mondo meno insensato. Riscegliamole, anche aiutati da questo numero di Vita. inutilmente…


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