Famiglia

Harvard cede ai contestatori del “salario sostenibile”

Vittoria dei dipendenti della mensa della prestigiosa università americana, che protestavano per un trattamento più decoroso

di Gabriella Meroni

Dopo tre settimane di occupazione di una delle più prestigiose – e ricche – università al mondo, il rettore di Harvard ha accettato la trattativa con i manifestanti della coalizione “Living wage”, che chiedono il rispetto di un salario minimo per tutti i lavoratori del campus, sia che essi siano assunti direttamente, sia che siano addetti di imprese alle quali sono stati appaltati servizi.

I lavoratori della mensa della Law School quadagnano 6,5 dollari l’ora. L’obiettivo dei manifestanti è un salario orario minimo di 10,5 dollari e assistenza sanitaria per tutti. L’università americana si affida anche a imprese straniere – subappaltatrici, ad esempio, della Nike – per la produzione di felpe e magliette con il logo dell’ateneo. I lavoratori di queste ditte non sono adeguatamente tutelati. Affrontare questo nodo è il prossimo passo dei manifestanti.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.