Volontariato

Pensioni. Il governo chiede la fiducia

Tregua armata nella Cdl. Dopo quasi un giorno di voci e tensioni (da Bossi, che smebrava non volerla, all'Udc), il governo mette la fiducia sulla riforma delle pensioni. Domani si vota

di Ettore Colombo

Sulla delega della riforma pensionistica il governo ha deciso di porre la questione di fiducia, cioè il voto palese. La decisione è stata presa dai leader della Casa delle libertà durante un vertice a palazzo Grazioli, residenza romana del premier Silvio Berlusconi. E’ la conclusione di un’altra giornata di tensioni all’interno della maggioranza cominciata questa mattina, quando sui tavoli del governo era arrivata la Padania. L’organo del Carroccio pubblicava in prima pagina il titolo “Tutto si decide a settembre”. La frase, secondo il leghista Giorgetti opera del segretario Umberto Bossi, indicava l’intenzione dei leghisti di usare la riforma previdenziale come garanzia per l’approvazione della devolution, slittata, appunto, a dopo l’estate. “Si tratta di due provvedimenti inseriti nel programma di governo, è normale che se non dovesse andare in porto uno, facilmente potrebbe saltare anche l’altro”, aveva spiegato l’esponente leghista Luciano Dussin. La sfida lanciata dalla Padania aveva acceso nuove tensioni all’interno della maggioranza. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, si era affrettato a rassicurare: “Non ci sono problemi, oggi si vota”. Ma le sue parole non avevano tranquillizzato gli alleati di governo: “Attendiamo che venga confermato o smentito ufficialmente quanto scrive La Padania – aveva dichiarato il capogruppo di An alla Camera, Anedda – La richiesta di un rinvio a settembre del voto sulla riforma, fa andare in frantumi l’intesa siglata la settimana scorsa”. E il suo omologo dell’Udc, Luca Volontè, aveva definito la richiesta di rinvio “un bruttissimo segno dello stato di salute della maggioranza”. Le parole di Giovanardi erano state peraltro sostanzialmente smentite da Giorgetti, tra i leghisti quello più in contatto con il Senatùr: “La questione la sta gestendo direttamente Bossi”, aveva dichiarato. Così, la situazione è stata presa in mano direttamente da Berlusconi, con la convocazione di un vertice per l’ora di pranzo. Secondo i partecipanti, una telefonata tra il premier e Bossi durante l’incontro ha sciolto i nodi. Oggi il governo ha posto la fiducia, domani si vota e la riforma, ormai alla terza lettura, verrà approvata definitivamente. E il ministro del Welfare Maroni annuncia ufficialmente che la Lega voterà la fiducia, sostenendo che “si è fatta un po’ di confusione ma tutto è bene quello che finisce bene”. mentre il capogruppo del Carroccio alla Camera Alessandro Cè ammonisce gli alleati: “E’ una fiducia sofferta. D’altra parte ci sono accordi complessivi che è giusto rispettare e ci attendiamo che tutti li rispettino”. Accese reazioni dell’opposizione, che aveva presentato 190 emendamenti. “Non sono d’accordo su nulla, hanno bisogno di porre la fiducia su ogni provvedimento per farlo passare”, dichiara il capogruppo della Margherita alla Camera Pierluigi Castagnetti. “La scorsa settimana avete posto un’altra fiducia e in quella occasione la Lega disse che non ne avrebbe votate altre – sottolinea il ds Luciano Violante – non so che cosa la Lega farà oggi”.


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