Non profit

Nel bilancio di una onlus, criteri di competenza e aree gestione distinte

Le uniche indicazioni utili ci vengono dalla Raccomandazione della Commissione aziende non profit del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti.

di Salvatore Pettinato

È corretto redigere il bilancio di una onlus applicando i principi di competenza, prudenza, correlazione costi e ricavi, come se si trattasse di un bilancio d?impresa? Ossia è corretto riscontrare i contributi ricevuti tenendo conto degli anni di durata del progetto?

Le perplessità sono del tutto condivisibili se, come credo, sono dovute alla totale assenza, nel caso di specie, di attività connesse le quali, in quanto di natura commerciale, richiamano alla mente ?le regole? previste per le imprese e per i loro bilanci. Assodato l?obbligo per le onlus di redigere un bilancio, le uniche indicazioni utili sul ?come? redigere il bilancio ci vengono da quanto previsto nella Raccomandazione n.1 della Commissione aziende non profit del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti.
In detto documento, quasi come in un principio contabile (si tratta appunto di raccomandazioni e non di statuizioni), sono fornite dettagliate indicazioni per la redazione dei bilanci degli enti non profit, indicazione che raccomandano il criterio della competenza economica.
Che ben venga quindi un bilancio che adotti criteri di competenza, correlazione costi ricavi e via dicendo, senza perdere però di vista le caratteristiche peculiarità operative del settore, quali, ad esempio, la caratteristica distinzione delle aree di gestione.

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