Non profit

Dpef: incontro Forum terzo settore e Governo.

Ecco come è andata: il Forum del Terzo settore deluso esce da palazzo Chigi senza grandi speranze né rassicurazioni. Il documento integrale consegnato al Governo

di Ettore Colombo

Poche e generiche indicazioni, tutte molto vaghe, nessuna cifra. Sarà anche cambiato il clima, da quando Domenico Siniscalco ha sostituito Giulio Tremonti al ministero del Tesoro, ma la sostanza non cambia. Oggi pomeriggio una delegazione del Forum del Terzo settore, composto da uno dei due portavoce, Giampiero Rasimelli dell?Arci, da Fabio Protasoni delle Acli, dal presidente delle ong italiane Sergio Marelli e dal segretario di Legambiente Maurizio Gubbiotti, ha incontrato il governo, Berlusconi compreso, a palazzo Chigi nella speranza di ricevere una prima illustrazione, anche se sommaria, delle linee del Dpef e dunque, in previsione, della manovra economica che sarà contenuta nella prossima legge Finanziaria. Ma i risultati, ad ascoltare i protagonisti dell?incontro esponenti del Terzo settore sono stati scarni e deludenti. Niente numeri, tanto meno documenti ufficiali ? rimandati ad un secondo incontro ? sono stati loro presentati dal governo in un colloquio durato circa un?ora. Terzo settore a bocca asciutta, dunque, e che esce da palazzo Chigi senza grandi speranze né rassicurazioni, anche se ? ha garantito loro il premier ?scuola, sanità, servizi sociali e sicurezza dello Stato non saranno sottoposti a nuovi tagli?. Ma nemmeno vi saranno investimenti, dunque. In compenso, il Forum del Terzo settore ha presentato un documento con delle richieste molto precise: ?riduzione fiscale non generalizzata, aiuti alla cooperazione internazionale, per la quale i contributi del governo tendono ormai allo zero assoluto, fondo per le politiche sociali e difesa della legge 328?. Il Terzo settore ha anche espresso preoccupazione per le ricadute della manovra finanziaria sugli enti locali (ascoltati dal governo questa mattina), ?soprattutto per quello che riguarda i servizi alla persona?. Insomma, fanno capire Rasimelli e Marelli, ci hanno solo fatot capire che ?ci sarà una tenuta sulle politiche sociali, ci è stata garantita?. ?Quando ci sarà presentato il documento ufficiale ? spiega Rasimelli ? faremo ulteriori proposte. Aspettiamo di essere convocati nuovamente?, spiega Rasimelli, la cui delusione è però palpabile, come spiega a Vita: ?Abbiamo ricevuto dal governo poche indicazioni e una descrizione generica del Dpef. Le cose che ci hanno detto oggi – ha sottolineato – le troverete tranquillamente domani sul sito del governo?, com ci ha detto il ministro Siniscalco. Intanto, in serata, è cominciato l?incontro tra il governo e le parti sociali (sindacati, Confindustria e altre 36 sigle?), incontro che si preannuncia lungo, serrato e niente affatto facile. Al di là dello stile e dell?approccio, l?unica cosa che ? forse – è davvero cambiata, a palazzo Chigi. Il testo consegnato al Governo LE PROPOSTE DEL FORUM PER LE POLITICHE SOCIALI, L?ECONOMIA E LA FINANZIARIA 2005 Mentre il Parlamento e le forze politiche affrontano la crisi di governo più grave dall?inizio della legislatura, il perdurare della gravità dei problemi economici e di quelli sociali stanno mettendo a dura prova le speranze dei cittadini e delle cittadine del nostro Paese. Pur nel rispetto dei ruoli e nel riconoscimento della buona fede di ciascuno dei protagonisti ci pare necessario denunciare lo stato di incertezza e di sconforto che proviamo nell?assistere ad un confronto politico che appare senza contenuti. L?aggravamento della situazione economica e la crescita relativa del debito pubblico, l?assenza di una politica di controllo dei prezzi e di redistribuzione del reddito, il bisogno di nuovo strumenti per rendere esigibili e tutelati i diritti, il restringimento e la precarizzazione di importanti settori del lavoro dipendente e di quello atipico, l?indifferenza verso le politiche di coesione sociale e il continuo indebolimento delle reti amministrative del territorio e delle loro risorse, stanno compromettendo la capacità di tenuta di larghi strati di popolazione. Oggi è chiaro che senza una progettualità strategica e una capacità di generare fiducia attraverso la concretezza di interventi mirati e selettivi è assai difficile uscire dallo stallo in cui ci troviamo. Occorrono investimenti ad alto potenziale di sviluppo e innovazione, e occorrono maggiori risorse nel Welfare affinché la solidarietà possa divenire la chiave di volta del rilancio della fiducia e della competitività. Nonostante il quadro politico ed economico per nulla incoraggianti, le Organizzazioni aderenti al Forum non rinunciano ad avanzare un pacchetto di proposte, proposte in parte elaborate nel corso di questi anni e purtroppo largamente disattese. Quattro sono i capisaldi delle nostre proposte. 1. La spesa sociale, oltre che garanzia di una vita libera e dignitosa, rappresenta un formidabile volano di sviluppo anche economico del Paese. Non può essere penalizzata, anzi, va incrementata per rispondere efficacemente ai nuovi bisogni che emergono dalla società. Da questo punto di vista riteniamo gravissimo il taglio dei trasferimenti agli enti locali diventato oramai uno strumento ordinario di politica economica. Questi tagli si ripercuotono direttamente sulle politiche sociali riducendo non solo i servizi, ma anche gli spazi di manovra e di innovazione a disposizione degli amministratori. 2. La modernizzazione da realizzarsi nelle politiche sociali ed ambientali e nella promozione culturale deve avere come faro la valorizzazione della capacità dei cittadini di auto-organizzarsi attraverso le organizzazioni di Terzo Settore. 3. Le politiche fiscali debbono essere mirate e selettive, tese a produrre equilibrati effetti redistributivi ed a premiare e sostenere comportamenti socialmente ed economicamente virtuosi. Un taglio indiscriminato delle tasse produrrà effetti indistinti, e pensiamo deleteri, sul processo di sviluppo sociale ed economico. Anche la preannunciata ?aliquota etica? destinata al Terzo Settore per i redditi superiori agli 80000 Euro appare una misura incongrua e retorica. 4. L?impegno in campo internazionale deve essere orientato a obiettivi della solidarietà e della cooperazione tra i popoli. Le scelte strategiche della cooperazione allo sviluppo con i Paesi poveri e la coerenza tra le politiche di APS, di difesa e di commercio estero devono rispondere a tale principio. Ancora una volta ribadiamo la nostra contrarietà, lo sconcerto per le promesse mancate e per i provvedimenti di taglio alla cooperazione internazionale e ai progetti delle Ong. Oggi, di fronte alla situazione del Paese, deteriorata e difficile non soltanto sul piano economico generale, ma soprattutto per l?accentuata condizione di svantaggio di una parte rilevante della popolazione, il Forum ripropone con convinzione le proprie ipotesi di lavoro. 1. Un livello di spesa sociale che possa garantire giustizia e sviluppo e pari opportunità. Contrastare i processi d?impoverimento di una parte significativa della popolazione, e garantire l?universalismo dei diritti e quindi dei servizi e delle prestazioni a tutti coloro che vivono e lavorano in Italia, sono due impegni prioritari per un paese che vuole garantirsi uno sviluppo duraturo. I consumi sui quali è necessario puntare sono innanzitutto quelli sociali; si tratta di una domanda virtuosa, generata dalla totalità della popolazione, creatrice di benessere diffuso, di qualità della convivenza e di opportunità occupazionali. Provvedimenti specifici: – Rilancio del processo di applicazione della legge 328 sull?assistenza: raddoppio del Fondo per le politiche sociali e definizione dei livelli essenziali di assistenza che assicurino la dignità della persona, l?equità dell?accesso ai servizi, la qualità delle cure e un sistema di controllo dell?offerta dei servizi; – istituzione del fondo per la non autosufficienza; – fondi per politiche attive di integrazione degli stranieri; – rifinanziamento della legge 185 sui minori per almeno 160 mln di euro; 2. Le organizzazioni di Terzo Settore come fattore di modernizzazione e sviluppo del Paese. Le organizzazioni non profit hanno dimostrato negli ultimi dieci anni di saper dare al Paese un contributo rilevante nel creare solidarietà, democrazia, risposte diffuse ai bisogni della gente, sviluppo economico e incremento occupazionale. L?apporto dato dal Terzo Settore su tutti questi fronti è stato notevole. Centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro sono stati creati in pochi anni; è stato salvaguardato il sistema di welfare; si sono aperte nuove aree di intervento soprattutto sul fronte ambientale, culturale e di difesa dei consumatori. Tutti i provvedimenti mirati al sostegno del Terzo Settore si sono rivelati positivi per il Paese. Provvedimenti specifici: – Destinazione dell?8 per mille (almeno il 50% della parte statale) a sostegno della infrastrutturazione e delle attività del Terzo Settore e di tutte le sue realtà (volontariato, associazionismo?. ). – Rifinanziamento per 100 milioni del progetto Fertilità e fluidificazione degli iter procedurali. – Rifinanziamento dei fondi a disposizione per l?Osservatorio sull?associazionismo di promozione sociale e per l?Osservatorio del volontariato. – Introduzione di una seria normativa per sostenere l?associazionismo di promozione sportiva e di sport per tutti. – Approvazione della legge delega sull?impresa sociale che preveda sostegni concreti sul piano fiscale e finanziario. – Rifinanziamento del Servizio Civile Nazionale per almeno 250 ml di euro. – Modifica (per renderlo applicabile) dell?art. 10 della legge quadro per il turismo n° 135-2001 e rifinanziamento del fondo per il ?prestito turistico?. – Rifinanziamento del fondo relativo allo spettacolo ed editoria a garanzia dell?attuale modalità tariffaria per l?editoria non-profit del Terzo Settore. 3) Una politica fiscale incentivante e selettiva. In una fase di difficoltà complessiva del bilancio dello Stato, la politica fiscale richiede d?essere particolarmente ponderata e selettiva. Deve puntare ad ottenere, col minimo sforzo incentivante (così da non penalizzare le entrate) e il massimo risultato in termini di sviluppo economico, progresso sociale e consenso diffuso nel Paese. In questa prospettiva il Forum Permanente del Terzo Settore, già l?anno scorso proponeva, ed oggi ribadisce, l?evidente utilità di alcuni interventi ispirati ai criteri sopra indicati. Si tratta di incentivare i ?consumi sociali delle famiglie?, e la libera contribuzione di soggetti privati a iniziative di carattere sociale, culturale, ambientale, di solidarietà internazionale realizzate attraverso organizzazioni non profit. Per fare ciò si tratta di operare attraverso il sistema delle detrazioni e delle deduzioni. Provvedimenti specifici: – va introdotta la deducibilità delle spese sostenute dalle famiglie, non in alternativa all?erogazione pubblica dei servizi ma come strumento di sostegno, per: l?assistenza agli anziani non autosufficienti l?assistenza a favore dei disabili i servizi di cura dell?infanzia l?educazione dei giovani la formazione per la riqualificazione professionale degli adulti – va finalmente introdotto il criterio della deducibilità sulle donazioni alle Onlus degli altri enti non commerciali che operano nell?interesse collettivo come proposto nella Pdl n. 3549; – va ridotta l?IVA al 4% sui beni strumentali acquistati dai soggetti di Terzo Settore; – esenzione di ogni forma di tassazione per le indennità previste per i volontari impiegati nei progetti di cooperazione internazionale dalle ONG e per i volontari impiegati all?estero dagli Enti riconosciuti per il Servizio Civile. 4) Un impegno internazionale accresciuto, che miri al sostegno della attività di cooperazione allo sviluppo del nostro Paese, per proiettare l?impegno di solidarietà economica e sociale anche al di fuori delle frontiere nazionali verso i paesi più poveri della terra. La lotta al terrorismo, la ripresa economica e la convivenza pacifica dipendono in grande misura dalla possibilità di distribuire le opportunità in maniera più equa tra tutti i Paesi, garantendo ad ognuno di essi la possibilità di essere soggetto e protagonista del proprio sviluppo. Provvedimenti specifici. – chiediamo innanzitutto la riforma della legge di cooperazione internazionale (legge 49/87); – un deciso stanziamento per l?Aiuto Pubblico allo Sviluppo che già nel 2005 porti l?Italia ad una percentuale del PIL dello 0,27%, quale prima tappa nel raggiungimento dell?obiettivo dello 0,7% assunto dal nostro Paese in sede ONU; – riteniamo indispensabile che una percentuale del fondo destinato all?aiuto pubblico allo sviluppo pari al 6% (media europea), sia impiegato per sostenere le attività promosse dalle ONG in partenariato con realtà locali dei PVS.


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