Mondo

Sudan, missionari e ong evacuati per sicurezza

La regione dell'Upper Nile occidentale è resa pericolosa dai continui scontri interetnici

di Gabriella Meroni

Due missionari comboniani e quattro operatori di organizzazioni non governative internazionali sono stati evacuati sabato scorso da Ganyliel (circa 45 chilometri da Nyal, regione dell’Upper Nile occidentale, Sudan meridionale). La decisione è stata adottata a scopo cautelare in seguito all’insicurezza causata da rivalità tra fazioni del gruppo etnico nuer presenti nella regione. Scontri a fuoco avvenuti tra il 26 e il 27 aprile scorsi per il controllo dei magazzini delle derrate alimentari di Nyal, rischiano d’estendersi anche a Ganyliel. Per questa ragione, spiegano fonti della Misna, si è resa necessaria l’evacuazione del personale religioso e umanitario. Le tensione nell’Upper Nile occidentale è sintomatica delle profonde divisioni interne ai nuer, a vantaggio del governo sudanese che di fatto controlla i due terzi della regione ricca di petrolio. Già nel 1998, i comboniani evacuarono l’area, mentre il 22 febbraio scorso, un raid perpetrato da un gruppo nuer distrusse la chiesa della missione cattolica di Nyal e 15mila persone furono costrette a fuggire. I due missionari comboniani evacuati sono padre Fernando Gonzalez Galarza e padre Guillermo Aguiñaga Pantoja, ambedue di nazionalità messicana.


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