Cultura

A Bologna l’arte canta la vita in ospedale

Presto inaugurato il nuovo reparto pediatrico dell’ospedale bolognese.

di Silvia Vicchi

Ci sono voluti sei anni, ma il quinto piano della Pediatria dell?ospedale Sant?Orsola di Bologna, per i bambini affetti da leucemie e tumori, sarà presto ultimato: 3.600 mq di camere, soggiorni, bagni, scuola, ludoteche, studi, laboratori, centro operativo e spazi per i familiari, finanziati per l?80% da Ageop Ricerca onlus, l?associazione Genitori ematologia e oncologia pediatrica, e per il restante 20 con fondi pubblici. Già questa sarebbe, di per sé, una notizia, ma del nuovo ospedale per i bambini si parla anche per essere stato il laboratorio di un nuovo modo di fare arte e solidarietà, con una serie di interventi d?arte pubblica, che saranno attuati da alcuni giovani e affermati artisti all?interno del nuovo reparto. I loro progetti sono esposti al pubblico, nella mostra curata da Roberto Daolio, SPA- Salus-per-arte, allestita fino al prossimo 5 settembre allo Spazio Aperto della Galleria d?Arte Moderna di Bologna.
Silvia Cini, Emilio Fantin, Claudia Losi, Eva Marisaldi, Sabrina Mezzaqui, Sabrina Torelli e Marco Vaglieri, gli artisti che hanno aderito all?idea lanciata dalla Martelli&D?Addato snc, società di consulenza nell?intermediazione di opere d?arte e dalla galleria Neon Campo Base, dopo avere incontrato medici, infermieri, genitori, volontari e psicologi del reparto, hanno progettato per loro e per quegli spazi, opere ad hoc. Architettura e design degli ambienti, pensati anche come strumento terapeutico e non più solo come contenitore asettico, finalizzato all?assistenza e alla terapia medica.
Una bella sfida, per un artista: «Per tutti noi», conferma Emilio Fantin, pittore, «è molto importante che un progetto d?arte contemporanea possa inserirsi in una situazione così delicata e dare benefici. Portare l?arte fuori dalle gallerie e dai musei e farla vivere in situazioni quotidiane, per incontrare le sfide più difficili, è il compito che ci siamo prefissi». Ed ecco il progetto del nuovo giardino per i piccoli degenti, con diverse specie di piante, ognuna racconta una fiaba del suo Paese di origine. Ecco lo scivolo, l?altalena e l?orto botanico, per un percorso di divertente apprendimento. E la fiaba dei musicanti di Brema, scritta a mano su un grande libro, con illustrazioni di acquerelli e lana cardata, o i caleidoscopi per inondare di colore le stanze asettiche dei piccoli malati o l?insegna luminosa e tonda, di due metri di diametro, per riempire con le fasi lunari la parete di cemento che impedisce la visuale da alcune camere. Non manca la valigia di stoffa per tornare a casa, con l?idea di continuare un viaggio tra prima e dopo la malattia e il proiettore per guardare sulle pareti delle camerette, rassicuranti ombre di animali fantastici. Infine, c?è la sfera appesa al soffitto di una stanza insolitamente vuota, che diffonde il dolcissimo canto dell?usignolo, la melodia scelta per la zona ?sosta salme?, un nido circolare di suoni dove cullare i propri piccoli che non ci sono più.
«È stata un?esperienza unica», commenta Daria Sassoli de Bianchi, presidente di Ageop Ricerca, «una sinergia fra mondo della cura e della fantasia, dove l?opera d?arte si struttura sui bisogni fisici e psichici dei piccoli pazienti e di chi li assiste, dove la creatività si carica del valore aggiunto della comprensione, della solidarietà e dell?aiuto concreto».

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