Giornata persone con disabilità
Le persone con disabilità? Leader e changemaker
Per la giornata del 3 dicembre l'Onu quest'anno ha scelto il tema "Amplificare la leadership delle persone con disabilità per un futuro inclusivo e sostenibile”. Gli autorappresentanti di Anffas: «Chiediamo accessibilità in ogni ambito, dall'informazione alla partecipazione ai processi decisionali. Non vogliamo privilegi, ma pari opportunità»
“Amplificare la leadership delle persone con disabilità per un futuro inclusivo e sostenibile”, è il tema che l’Onu ha scelto per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità 2024.
«In every community, persons with disabilities are changemakers and peacemakers. They are also leaders», dice nel suo messaggio António Guterres, secretario generale delle Nazioni Unite.
«Questo tema riconosce il ruolo importante che le persone con disabilità svolgono nella creazione di un mondo più inclusivo e sostenibile per tutti. Sottolinea inoltre l’importanza della partecipazione delle persone con disabilità ai processi decisionali che riguardano la loro vita e chiama tutti ad uno slancio per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030», scrive l’Onu (a questo link anche il report 2024 dell’Onu, appena pubblicato, su Disability and Development).
Per Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas, è un tema azzeccatissimo: «Lo sosteniamo pienamente perché sin dalla sua fondazione Anffas ha operato per fare in modo che le persone con disabilità, in particolare con disabilità intellettive e con disturbi del neurosviluppo, fossero protagoniste dirette della loro vita e della vita della comunità, attraverso giusti ed adeguati sostegni e promuovendo autorappresentanza e autodeterminazione». Anffas ha più di sessantacinque anni di vita «eppure ancora oggi sono troppi i pregiudizi e gli stereotipi che circondano le persone con disabilità e che si manifestano palesemente nell’uso di parole che offendono e denigrano, che sono rimaste ancorate ad una visione completamente errata della disabilità e che non rispettano la persona con disabilità per quello che è: una persona».
Ancora oggi sono troppi i pregiudizi e gli stereotipi che circondano le persone con disabilità: si vedono nell’uso di parole che offendono, ancorate ad una visione completamente errata della disabilità, che non rispettano la persona con disabilità per quello che è: una persona
Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas
Il tema dell’accessibilità delle informazioni e delle comunicazioni – ad esempio attraverso strumenti come il linguaggio facile da leggere, la CAA – è un pezzo rilevante della questione: «stiamo parlando di un diritto delle persone con disabilità e questi strumenti rappresentano il mezzo per avere una reale inclusione, andando anche a promuovere quel diritto alla partecipazione e ai processi decisionali che è ancora lontano dall’essere concreto», sottolinea Speziale.
I passi avanti ci sono, ma la strada da fare è ancora tanta. Anffas non sta a guardare, ma agisce concretamente: fra il 2015 e il 2016 ha avviato l’esperienza degli autorappresentanti, con 11 gruppi. Oggi i gruppi sono una trentina. Si riuniscono settimanalmente e con l’aiuto di facilitatori formati discutono di temi da loro stessi proposti, dalla vita indipendente al lavoro, dal bullismo alla discriminazione: «Anffas a lungo è stata un’associazione di familiari, oggi sono le persone con disabilità a parlare in prima persona. Abbiamo sperimentato che non c’è limite legato al funzionamento o al livello di abilità, ogni persona con i giusti sostegni può autodeterminarsi e autorappresentarsi: spesso anzi siamo noi genitori a costituire un ostacolo. Quella degli autorappresentanti oggi è ancora un’élite, l’obiettivo è che diventi la normalità», spiega Speziale.
I due portavoce della Piam-Piattaforma Italiana Autorappresentanti in Movimento sono Enrico Delle Serre e Serena Amato: sono stati eletti dagli altri autorappresentati lo scorso maggio, conquistando per ben due volte lo stesso numero di voti, ragione per cui per la prima volta i portavoce sono due. Serena ha 35 anni, vive a Ragusa, lavora come aiuto-ceramista in Anffas. Enrico invece ha 27 anni, è di Salerno, frequenta un corso di fumetto e scrittura e sogna di lavorare come fumettista. «Siamo pronti a partecipare attivamente ai processi decisionali che ci riguardano, a partire dalle nostre famiglie e associazioni. Sappiamo riconoscere e denunciare le discriminazioni e siamo stufi di subirle. Ci definiscono fascia debole o persone fragili, ma noi siamo persone, con idee, sentimenti, emozioni e sogni, proprio come chiunque altro, e chiediamo che i nostri diritti siano rispettati e resi esigibili», dicono.
Ci definiscono fascia debole, ma noi siamo persone, con idee, sentimenti, emozioni e sogni, proprio come chiunque altro. Chiediamo che i nostri diritti siano rispettati e resi esigibili
Enrico Delle Serre e Serena Amato, autorappresentanti
La Piam è il primo movimento di autorappresentanza italiano, composto da persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo: «Riaffermiamo il nostro diritto a essere protagonisti di un futuro inclusivo e sostenibile, in una società dove i pregiudizi e gli stereotipi non ci privino della pari dignità. Chiediamo accessibilità in ogni ambito della vita, dall’informazione alla partecipazione ai processi decisionali, strumenti fondamentali per la nostra autodeterminazione. Non vogliamo privilegi, ma pari opportunità per costruire insieme una società più equa e giusta».
In foto, giovani partecipanti al Progetto Videogames di Anffas Mirandola
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