Cooperazione sociale
Massimo Ascari è il nuovo presidente di Legacoopsociali
Il neo presidente nazionale a VITA: «Il Paese ci consegna una serie di bisogni sociali nuovi sui quali anche noi vogliamo dare un contributo per la soluzione». Nel suo programma pragmatismo e valorizzazione del lavoro sociale: «Lavoreremo su quei riconoscimenti economici che chiediamo con forza, in ragione di un'attività che il Paese non può dimenticare»
di Alessio Nisi
Determinati a dare al lavoro sociale quella valorizzazione che in Italia ancora manca. E poi ancora l’impegno su quei «riconoscimenti economici che chiediamo, ancora con forza, in ragione di un’attività che il Paese non può dimenticare». Queste in sintesi le primissime priorità che emergono dalle parole raccolte da VITA del neo presidente nazionale di Legacoopsociali, Massimo Ascari, risultato eletto a conclusione della due giorni del 6° congresso nazionale di Legacoopsociali “Il futuro dal quotidiano”.
Chiediamo l’adeguamento delle nostre tariffe
«Consapevoli delle difficoltà che ci sono all’interno delle Pubbliche amministrazioni però dobbiamo chiedere, sempre con forza, l’adeguamento delle nostre tariffe in ragione del rinnovo contrattuale dello scorso marzo», aggiunge, «siamo disponibili al dialogo, ma non più disponibili ad attendere risposte che poi alla fine non arrivano».
Convocheremo gli Stati generali della cooperazione sociale, nei primi mesi del 2025. Una 2-3 giorni dedicata al nostro futuro
Massimo Ascari – nuovo presidente nazionale di Legacoopsociali
Le parole chiave del nuovo presidente
«Determinazione, presa in carico e sviluppo della nostra attività», le parole chiave con cui Ascari tratteggia le proprie linee di azione, «pensiamo al futuro sicuramente come ad un punto importante della costruzione delle nostre strategie». Ascari spiega a VITA inoltre: «Il Paese ci consegna una serie di bisogni sociali nuovi, sui quali anche noi vogliamo dare un contributo per la soluzione».
Una riflessione che affronta anche il tema della situazione demografica e dell’invecchiamento della popolazione, sulle quali in particolare, lamenta, «non vediamo ancora oggi politiche nazionali attente».
Pragmatismo ed equilibrio
«All’interno delle cooperative», sottolinea, «siamo abituati a risolvere problemi, a dare risposte complesse ai problemi e a produrre delle performance economiche equilibrate, dovendo anche pensare a politiche di investimento. Le cooperative non sono ferme, sono pragmatiche e queste sono doti che confido di poter portare anche all’interno dell’associazione».
Un profilo
Classe 1965, vicepresidente nazionale uscente di Legacoopsociali, dal 2007 è componente della direzione nazionale di Legacoopsociali, è presidente della cooperativa sociale Gulliver ed è stato responsabile delle cooperative sociali di Legacoop Modena.
«Abbiamo tante storie vincenti da raccontare e condividere» ha detto il neo presidente, «fatte di interventi che hanno saputo trasformare positivamente la vita di tante persone. Così come è importante dimostrare l’efficacia del lavoro sociale anche attraverso la raccolta e la valutazione di dati, che si traducono in indicatori di successo atti a dimostrare come il lavoro sociale produca un impatto proficuo e tangibile».
Il welfare come cura è riduttivo
Ascari succede a Eleonora Vanni, che all’assemblea dei delegati ha ricordato: «Pensare al welfare semplicemente come cura è riduttivo e non basta, soprattutto se vogliamo passare da un welfare riparativo e di protezione ad un welfare dei diritti e dell‘inclusione, ridurre le diseguaglianze e promuovere equità e coesione sociale».
Necessarie scelte di campo
Sulle politiche di welfare Vanni ha sottolineato come oggi richiedano delle precise scelte di campo: «Immigrazione con una gestione appropriata dei flussi migratori e la piena inclusione delle prime e seconde generazioni». In fatto di politiche trasversali per la natalità», ha sottolineato l’importanza «che non siano solo incentivi parametrati al numero dei figli, ma che creino condizioni di contesto adeguate a maternità e paternità».
Giovani, istruzione e alfabetizzazione digitale. Ha parlato poi di «politiche trasversali per la promozione della presenza dei giovani in tutti i campi», di «qualificazione del sistema di istruzione arretrato rispetto alla velocità di innovazione e cambiamento dei bisogni e della società» e di «promozione del digitale dall’alfabetizzazione di base alla formazione specifica di nuovi profili».
Ha insistito sulla necessità di azioni «di sistema per affrontare le disuguaglianze e la qualità della vita sul pianeta» e della «rigenerazione degli spazi abitativi e sociali nella direzione della massima inclusività e sostenibilità economica».
Fragilità e nuovi processi imprenditoriali
Non sono mancati passaggi sul lavoro della cooperazione sociale dopo «un rinnovo contrattuale importante sia dal punto di vista economico che normativo» e la specificità dell’inclusione lavorativa delle persone fragili e svantaggiate dove la cooperazione sociale «sta dimostrando una capacità di apertura a processi imprenditoriali e a settori di attività nuovi che stanno dando anche ottimi risultati e fanno intravvedere traiettorie di futuro innovative”.
Visionari, radicali, coraggiosi
E sul futuro della cooperazione sociale Eleonora Vanni non ha dubbi: vuol dire «essere visionari, radicali, coraggiosi e non nostalgici».
L’economia al servizio delle persone
Il mondo del Terzo settore, si legge nel messaggio inviato dal vice ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, rappresenta «un pilastro fondamentale per il nostro welfare, contribuendo alla crescita economica e al benessere sociale delle comunità».
Le cooperative, precisa, «incarnano valori di equità e responsabilità, riconducendo l’economia al servizio delle persone. Creano posti di lavoro, promuovono l’innovazione e rispondono alle esigenze locali, affrontando sfide come la povertà e l’emarginazione. Come mi piace affermare, lo Stato non basta da solo. L’operato del Terzo settore, in alleanza con le Istituzioni, è di vitale importanza per costruire insieme il bene comune».
Innovazione progettuale
Per la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli le cooperative «stanno
dimostrando una capacità di innovazione progettuale stimolando tutte le istituzioni a fare di più e meglio per il loro territorio, oltre ad essere un valore aggiunto per la coprogrammazione e coprogettazione».
La foto in apertura e il video di Massimo Ascari sono di Alessio Nisi. Nel testo, immagini e video sono di ufficio stampa Legacoopsociali
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