Sostenibilità

Ecologia a San Rossore. La Toscana fa meno gas

Intervista a Claudio Martini su un progetto salva clima con 5 regioni Ue. "Mentre a Roma...".

di Ettore Colombo

«I cambiamenti climatici fanno più danni di Al Qaeda, lo dice anche il Pentagono». La quarta edizione del Meeting di San Rossore non si è conclusa solo con il consueto grido di allarme sulle conseguenze planetarie dei cambiamenti climatici, ma con un percorso concreto. Sono infatti già cinque le regioni europee che hanno aderito al progetto pilota per la riduzione dei gas serra promosso dalla Regione Toscana.
Il presidente Claudio Martini ha annunciato un primo stanziamento di 500mila euro per l?avvio dell?iniziativa. «Da San Rossore», ha detto, «usciamo avendo affrontato un argomento di interesse, ma anche con importanti decisioni operative». Al progetto hanno aderito Paesi Baschi, Catalogna, Fiandre, Vastra Gotaland (la regione svedese di Goteborg), Greater London. Ognuno dei soggetti contribuirà mettendo a disposizione il proprio know-how e le esperienze maturate su tematiche diverse: Paesi Baschi e Catalogna lavoreranno sui trasporti, le Fiandre sulla mobilità urbana, Greater London sulla ?congestation tax?. A San Rossore le regioni hanno costituito anche un comitato che si riunirà a Firenze, per la prima volta, il 13 settembre.
Di questo e altro parliamo con Martini, diessino e ulivista, buon amico del non profit locale e nazionale (sostiene la proposta di legge +Dai -Versi) e dei movimenti, uno di quei politici cui si deve il successo del Social forum di Firenze 2003. «I cambiamenti climatici causano danni dappertutto, compresa la bella Toscana. Estati torride, specie animali e vegetali in via di estinzione, pesci tropicali nel Tirreno, piante che si ritirano sull?Appennino, raccolti (miele e grano) che marciscono sono», spiega a Vita, «segnali di un mutamento climatico che, a partire dal progressivo innalzamento della temperatura, incidono sulla flora e la fauna anche della mia regione». Era dunque ora di mettersi intorno a un tavolo e studiare soluzioni, racconta Martini, «come facciamo ogni anno su un problema diverso (nel 2003, gli ogm) ma sempre legato ai lati belli e brutti della globalizzazione». Martini rivendica alla sua giunta il merito di averne cominciato a parlare e di aver costruito «rapporti sani e corretti con i movimenti, nell?autonomia loro e della politica». Il metodo lanciato da Martini ha ottenuto negli anni indubbi risultati, e permette un dibattito fecondo movimenti-Ulivo. «Attenzione e dialogo non mancano più dai tempi di Genova 2001», sottolinea, criticando un centrosinistra nazionale «che s?attarda a discutere troppo di contenitori e troppo poco di contenuti». Come invece si fa a San Rossore. Di Martini, e non solo per il clima, sentiremo presto parlare.

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