Idee Sviluppo locale
Amministrazioni pubbliche di prossimità: la via per la sostenibilità dei territori
"Adottare la prossimità come metodo significa superare le rigide classificazioni burocratiche e abbracciare un approccio che privilegia il place-based thinking: guardare ai territori come sistemi complessi, dove attori pubblici e privati possono collaborare". L'intervento del docente e della ricercatrice dell'università Bicocca di Milano
Non è più tempo di procrastinare. Non possiamo più parlare solo della pubblica amministrazione (Pa) del futuro e/o di transizioni dall’esito incerto: ci sono le amministrazioni pubbliche del presente, che già oggi possono e devono trovare un nuovo senso. Alcune lo stanno facendo.
La pubblica amministrazione italiana, una delle più anziane d’Europa (dati Ocse Government at a Glance), necessita urgentemente di nuovi metodi, competenze e narrazioni, la cui funzionalità è stata già testata e riconosciuta recentemente. La pandemia da Covid-19 ha infatti messo in luce molte fragilità sociali ma ci ha insegnato una lezione fondamentale: la prossimità – nella cura, nella relazione e nella socialità – ha un potere trasformativo enorme.
Già nel 2017, Gianfranco Marocchi, co-direttore della Biennale di Prossimità, sottolineava nel suo discorso di apertura l’importanza di uno “sguardo diverso”, affermando: “…il punto di partenza, probabilmente, sta in uno sguardo diverso. Prossimi lo si era anche prima, semplicemente non si sentiva la prossimità come dimensione rilevante della nostra esistenza. (…) Noi siamo abitanti di questa via, genitori dei ragazzi di questa classe, persone che condividono una certa passione, ecc. E a partire da questo noi riconosciamo come sia possibile costruire insieme soluzioni, impegnandoci in prima persona a contribuire a realizzarle.”
Un cambio di prospettiva per superare il pensiero a silos
Le amministrazioni pubbliche di prossimità (scuole, ospedali, caserme dei carabinieri, camere di commercio, enti locali, aziende sanitarie, uffici territoriali di enti nazionali come INPS o Agenzia delle Entrate, etc.) sono numerose e variegate. Secondo il Censimento Istat 2020, sono circa 103.500 i luoghi fisici in Italia nel quale un’unità giuridico-economica della pubblica amministrazione (istituzione pubblica) esercita una o più attività, ed è certamente una stima al ribasso secondo l’Istat stesso. Tuttavia, questi luoghi di potenziale prossimità tra cittadini e amministrazioni pubbliche sono spesso poco considerati come una rete orizzontale presente nei territori. Vengono piuttosto inquadrati rigidamente in categorie di policy – istruzione, sanità, sicurezza, sociale, sviluppo economico – senza una visione d’insieme. Questa frammentazione, frutto di un pensiero a silos, impedisce di riconoscerne il potenziale come rete integrata capace di creare valore condiviso a livello territoriale.
La prossimità come metodo
Adottare la prossimità come metodo significa superare le rigide classificazioni burocratiche e abbracciare un approccio che privilegia il place-based thinking: guardare ai territori come sistemi complessi, dove attori pubblici e privati possono collaborare in modo innovativo per affrontare sfide locali con una prospettiva che oggi giorno non può che essere glocale. In quest’ottica, le amministrazioni pubbliche di prossimità possono avere un ruolo fondamentale nel costruire alleanze digilocal, che combinano la forza delle reti digitali con il radicamento nei territori. Ciò richiede però un metodo proattivo e imprenditoriale nell’attivazione di sistemi di governance collaborativa e una narrazione diversa sulle amministrazioni pubbliche che sono tante e diverse, dove invece l’uso della locuzione pubblica amministrazione non riesce spesso a rappresentare tale diversità e rilevanza nei sistemi economici locali.
Le amministrazioni pubbliche di prossimità non devono però guardare al cittadino come “utente” passivo, ma come parte di una comunità da ascoltare, coinvolgere, con cui co-creare soluzioni. Questa relazione bidirezionale non è sempre semplice: l’ascolto porta con sé anche conflitti e confronti. Ed è qui che entrano in gioco competenze essenziali come negoziazione e mediazione, fondamentali per costruire fiducia e coesione.
La Pa di prossimità richiede un cambiamento profondo nella selezione e formazione del personale. Servono competenze trasversali: capacità di ascolto, negoziazione, empatia, collaborazione e imprenditorialità dove la conformità alle leggi rimane fondamentale, ma diventa semplicemente il prerequisito, non il fine. Oggi i sistemi di reclutamento e formazione della Pa non rispondono adeguatamente a questa necessità. È fondamentale investire nella preparazione dei dipendenti, dagli operatori di sportello ai dirigenti, riconoscendo che ogni ruolo è centrale nel costruire fiducia e alleanza con il territorio.
Lo sguardo della prossimità per costruire valore nei territori: conclusioni
Le amministrazioni pubbliche di prossimità, con il loro radicamento locale e il potenziale di creare valore territoriale, rappresentano una risorsa chiave per costruire valore condiviso. Tuttavia, è necessario cambiare prospettiva: guardare alla Pa non solo attraverso categorie funzionali, ma attraverso la lente della prossimità e del place-based thinking.
Questa visione permette di integrare politiche settoriali in un approccio potenzialmente collaborativo e inclusivo, dove le amministrazioni pubbliche di prossimità possono diventare il punto di incontro tra attori pubblici, privati e della società civile, co-costruendo il futuro dei territori attraverso alleanze innovative e strategie condivise.
È una sfida di visione, metodo e narrazione che può dare altri ruoli alla Pa italiana vista attraverso la lente delle amministrazioni di prossimità: non più o non solo come erogatrice di servizi (alcuni sempre più erogati dal non-profit o dall’impresa) o macchina industriale di regole di policy e/o amministrative, ma come motore di innovazione e coesione sociale territoriale in un rapporto di reciprocità, oltre che di prossimità tra le parti, che, come sostiene anche Stefano Zamagni, possa “dare senza perdere e prendere senza togliere”.
Saranno questi i terreni su cui si giocherà, peraltro, la vera sostenibilità futura dei sistemi pubblici e democratici, ed è una partita che l’amministrazione pubblica non può permettersi di perdere.
Foto Pexels: vista di Milano/Francesco Ungaro
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