Formazione

Darfur: l’impegno della Caritas

Il 24 luglio parte una missione

di Stefano Arduini

?Evitare la carestia, mettere fine al conflitto attraverso il disarmo delle fazioni in lotta, avviare un processo di pace sostenibile, che risolva i problemi politici all’origine del conflitto, e imporre sanzioni nei confronti di coloro che si sono macchiati, direttamente od indirettamente, di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità?. Questi i punti chiave della mozione relativa alla crisi nel Darfur, approvata nei giorni scorsi dalla Camera, che prevede un impegno del Governo a far pressione sulle autorità sudanesi e nelle sedi internazionali per iniziative urgenti e ad attivarsi perché sia incrementato gradualmente il sostegno finanziario. Un primo positivo passo dopo l’appello inviato a tutti i deputati dalla Campagna italiana per la pace e i diritti umani in Sudan, alla quale Caritas Italiana aderisce. Così come positivi sono i colloqui previsti per oggi a Ginevra tra gruppi ribelli e rappresentanti internazionali. Occorre però l’impegno di tutti per moltiplicare le occasioni concrete di dialogo tra le parti e assicurare protezione e assistenza umanitaria alla popolazione. Anche con il coinvolgimento e il contributo della società civile, nelle sue diverse espressioni, locali e internazionali. I numeri della catastrofe rimangono agghiaccianti: in 16 mesi di combattimenti la guerra del Darfur ha causato oltre un milione di sfollati, quasi 200.000 profughi (tutti nel confinante Ciad) e migliaia di morti, dai 10.000 ai 30.000 secondo le stime più accreditate. La rete internazionale Caritas è attiva da mesi per rispondere a questa drammatica situazione. Per il 27 e 28 luglio si terrà una riunione di confronto tra tutte le Caritas coinvolte, la Chiesa locale e il network delle chiese ortodossa e protestante. L’intervento programmato ammonta a circa 14 milioni di euro e prevede prima assistenza, interventi igienico-sanitari e educativi a beneficio di 500.000 persone. Sono state già fornite tende per 163 famiglie nei campi di Hashaba e Mershing, sono stati realizzati 116 servizi igienici a Mershing e altri 110 sono in corso di allestimento. A Belil vengono distribuite anche coperte, sapone, taniche. La Caritas è attiva anche in Ciad, nella diocesi di N’djamena, a sostegno di altri 30.000 rifugiati sudanesi. ?Il dramma dei sudanesi, come tutte le grandi emergenze e le povertà endemiche del Sud del mondo non può e non deve essere questione di addetti ai lavori – sottolinea mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana in partenza per l’Africa (Kenya e Mozambico le tappe principali) proprio per fare il punto sugli interventi in atto in tutto il continente, con particolare attenzione al Sudan e all’intera regione orientale. Nel 2003 la Caritas Italiana ha destinato all’Africa oltre tre milioni di euro (il 30% dei fondi spesi in ambito internazionale) sostenendo progetti in 24 Paesi. ?Sono situazioni che interpellano la coscienza di ognuno – aggiunge Nozza – ed occasioni per riflettere sull’ingiusta ripartizione delle risorse e delle opportunità, che impone un’autentica politica di sostegno allo sviluppo nella interdipendenza planetaria?. Per sostenere gli interventi in corso (causale ?SUDAN?) si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite: – c/c postale n. 347013 – c/c bancario 11113 – Banca Popolare Etica, Piazzetta Forzatè 2, Padova – Iban: IT23 S050 1812 1000 0000 0011 113 – Bic: CCRTIT2T84A – c/c bancario 100807 – Banca Intesa, p.le Gregorio VII, ROMA – Iban: IT20 D030 6905 0320 0001 0080 707 – Bic: BCITITMM700 – Cartasì e Diners telefonando a Caritas Italiana 06/541921 (orario di ufficio) – Cartasì anche on-line, sul sito www.cartasi.it, sezione ?Solidarietà?


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