Politica
Manovra. Dilaga la protesta dei sindaci
Sono arrivati a Roma da tutta Italia, dai piccoli come dai grandi centri, famosi e non, di centrosinistra e anche della Cdl, i sindaci che protestano contro i tagli del governo
Sono arrivati un po’ da tutta Italia: da Agropoli, in Campania, come da Francavilla al mare (Abruzzo), da Vigiano, in Basilicata, ma anche da tanti piccoli comuni del nord. Indossata la fascia tricolore, questa mattina oltre un centinaio di sindaci di comuni piccoli e grandi, da Napoli a Firenze, a Roma sono arrivati nella capitale per far sentire la loro protesta contro i tagli ai trasferimenti che stanno per abbattersi sulle loro casse. La protesta ha coinvolto sindaci dei due schieramenti: accanto a Veltroni (Roma), Iervolino (Napoli) e Domenici (Firenze) c’erano anche primi cittadini di realta’ guidate da esponenti del centrodestra, preoccupati, come i loro colleghi, dei pesanti riflessi che la manovra del governo avra’ sui loro gia’ magri bilanci. Anche il sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, uno dei medici di fiducia di Berlusconi, ha preso carta e penna per esprimere al presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, la totale partecipazione e condivisione al senso e alle finalita’ dell’iniziativa promossa per oggi. Per tutti ha sintetizzato le paventate difficolta’ il sindaco Iervolino: ”a Napoli ci tagliano altri 50 milioni di euro – ha spiegato – ed abbiamo gia’ avuto un taglio pari a 60 milioni con la finanziaria 2004. Faccio solo un esempio: Napoli e’ tempestata ancora da gravi fenomeni di criminalita’; d’accordo con il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza ho varato un piano di illuminazione per tutta la citta’. Ora cosa dico, che ho scherzato? A Forcella, dove hanno ucciso Annalisa Durante, non compro piu’ le lampadine? Abbiamo una natalita’ forte – ha proseguito il sindaco, ma anche casi di bambini abbandonati. Che faccio? Li rido’ al tribunale, non do loro da mangiare? Sono situazioni che probabilmente, nelle stanze del ministero del Bilancio, non immaginano nemmeno”. Accanto ai sindaci e’ intervenuto, per le Regioni, il vicepresidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell’Emilia Romagna, Vasco Errani. ‘Il governo – ha affermato Errani – deve capire che per affrontare le situazioni, anche quelle difficili, e’ indispensabile costruire un confronto sull’impostazione delle scelte, altrimenti la sostenibilita’ non c’e’ e non ci sara’. Ci troviamo di fronte a tagli pesanti e ad una serie di incertezze”. In tarda mattinata, prima dell’audizione alla commissione Bilancio della Camera, il presidente dell’Anci, Domenici, ha consegnato a Palazzo Chigi delle chiavi, a simboleggiare l’auspicio per la riapertura del dialogo istituzionale tra le autonomie locali e il governo. Un gesto, pero’, che non ha sortito gli esiti sperati: all’uscita l’amarezza e’ stata generale. ”L’impressione – ha detto il sindaco di Roma, Walter Veltroni – e’ che non si abbia voglia di ascoltare le opinioni di chi come noi ha il governo delle realta’ locali. Un bel paradosso per il federalismo. Siamo stati auditi tutti insieme. Ma l’audizione si e’ svolta in un clima un po’ surreale perche’ era stato chiuso il termine per gli emendamenti a mezzogiorno. Noi siamo stati auditi a mezzogiorno e mezzo. Abbiamo aspettato molto, poi c’e’ stato detto che forse sara’ messa la fiducia, che forse ci sara’ un emendamento del governo”. ”Purtroppo l’esito dell’incontro e’ stato deludente”, gli ha fatto eco Domenici. ”Noi sindaci per rispetto verso il Parlamento non ci siamo alzati e non ce ne siamo andati: chiamare in audizione le Regioni, le Province, i Comuni e le comunita’ montane dopo la scadenza della presentazione degli emendamenti, e’ essere al limite dell’offesa istituzionale”, ha osservato il sindaco Iervolino. Il presidente dell’Uncem, l’Unione delle comunita’ montane, ha definito l’audizione ”imbarazzante, con toni kafkiani. Per le Comunita’ montane il taglio e’ pesantissimo: 30,74 milioni di euro sui 61,481 stanziati per il Fondo per la montagna 2004. Praticamente la meta’. Abbiamo guardato a questa audizione come l’ultima possibilita’ di salvezza – ha proseguito Borghi – e invece ci vediamo costretti a prendere atto di una situazione gravissima che avra’ pesanti ripercussioni sullo sviluppo delle aree piu’ periferiche del nostro Paese. Non e’ pensabile, a meta’ dell’anno, vedersi sottrarre risorse gia’ programmate e in molti casi impegnate”. Anche le Province sono sul piede di guerra. Gino Nunes, responsabile finanza locale dell’Upi, l’Unione delle Province italiane, ha parlato di una manovra insostenibile, ”che entra a gamba tesa sull’autonomia e sull’attivita’ gestionale degli enti locali e ne blocca ogni iniziativa sugli interventi per garantire servizi e sicurezze ai cittadini”. Ed e’ per queste ragioni che giovedi’ prossimo, a Roma, si terra’ un’assemblea straordinaria alla quale si annuncia la presenza dei 100 presidenti delle Province.
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