Famiglia

Darfur: l’appello di Save the Children

Ne da' notizia la sezione italiana dell' organizzazione internazionale di tutela e promozione dei diritti dei bambini

di Carmen Morrone

Un appello a favore della popolazione del Darfur Occidentale, stremata dal permanere della violenza e minacciata dalla malnutrizione, dalla carenza di acqua e dal rischio di epidemie e’ stato lanciato oggi, a Londra, da Save the Children insieme ad altre ong. Save the Children denuncia la drammatica situazione di quella regione, dove ”ogni giorno migliaia di persone arrivano nei campi con niente altro se non quello che hanno addosso”. ”Le strutture – affermano – sono sovraffollate: il campo di Kalma ospita al momento 57 mila persone quando ne potrebbe contenere 26.000. I rifugiati dormono all’ aperto, scarseggiano cibo e acqua. Nel frattempo le recenti alluvioni, trascinando con se’ ogni genere di rifiuti, hanno inquinato le vene d’ acqua potabile ed e’ alto il rischio di epidemie di colera e diarrea. Per i bambini che gia’ soffrono di malnutrizione e disidratazione queste malattie possono essere mortali”. Parte della popolazione del Darfur, denunciano poi, continua ad essere esclusa da qualsiasi forma di assistenza e protezione. Secondo le Nazioni Unite, dei 2 milioni e 200 mila civili coinvolti nella crisi umanitaria, il 49% non ha accesso ad aiuti alimentari; il 93% a servizi sanitari; il 67% all’ acqua potabile; l’ 88% a un riparo. Grave resta poi il problema della sicurezza degli sfollati e dei rifugiati. Nel corso di un recente sopralluogo in uno dei campi, gli operatori di Save the Children hanno visitato alcune donne che erano state aggredite a poca distanza dalla struttura. ”Per i civili ospitati nei campi avventurarsi fuori puo’ essere piu’ pericoloso che tornare a casa”. Save the Children e’ presente in Sudan dal 1950 e nella regione del Darfur dal 1989. A seguito della crisi umanitaria, ha aperto un ufficio di coordinamento a Geneina, nel Darfur Occidentale. Insieme al World Food Programme ha finora distribuito cibo a 284 mila sfollati, pari all’ 85% della popolazione del Darfur Occidentale; ha supportato una campagna di vaccinazione contro il morbillo per 30 mila bambini, in 5 campi; ha creato 6 centri sanitari che assistono 250 pazienti al giorno; garantisce acqua potabile a 25 mila persone e servizi igienici a 50.000; ha fornito tende e ripari a 37 mila famiglie; si sta occupando della protezione dei bambini in 6 campi di sfollati: in particolare ha iniziato la registrazione e il censimento dei minori soli e sta allestendo delle strutture di accoglienza e per attivita’ scolastiche e parascolastiche


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