Presentazione del magazine
Figli sì o figli no? Leggere VITA per capire
Il 28 novembre alla libreria Verso di Milano verrà presentato il numero di VITA dedicato al tema della genitorialità. Da un lato le ragioni di chi non vuole figli, dall'altro quelle di chi a un figlio ha detto sì. Con questo intervento apriamo il dibattito
L’ultimo bellissimo numero di VITA ha il merito di aver affrontato in modo nuovo e non scontato un tema chiave della nostra vita collettiva: quello della denatalità e del declino demografico.
Già il titolo di copertina evidenzia uno spostamento importante nell’approccio alla questione: al centro non è stato messo il problema delle condizioni esterne a tanti livelli ostili all’esperienza della genitorialità, ma è stato messa la domanda rispetto al desiderio di avere figli. Che sia il declino del desiderio, nelle nuove generazioni, il vero dato di fatto con cui confrontarsi?
Nel sondaggio realizzato da SWG in occasione della due giorni per i 30 anni di VITA era stata inserita una domanda interessante per definire il quadro valoriale dei partecipanti: ebbene, nel segmento di campione tra i 18 e i 35 anni, l’essere genitori compariva in fondo alla classifica con solo un 16% di risposte positive.
La tavola rotonda del magazine, curata da Sara De Carli, che ha raccolto il confronto tra dieci ragazzi su questo tema è una conferma dal vivo di questo dato. Credo che si tratti di un documento giornalistico di grande valore e importanza, perché la voce dei ragazzi ci arriva in presa diretta, espressa con molta chiarezza e senza nessuna mediazione “edulcorante”. È una voce quasi unanime, molto precisa nel formulare le ragioni, specifiche per ciascuno, che portano ad escludere l’esperienza della genitorialità nel proprio futuro.
La cosa che spiazza è che le loro scelte non si configurano in una prospettiva egoistica o pessimistica. Non c’è un rifiuto della genitorialità per i problemi che comporta, non c’è paura, anche se la preoccupazione per il futuro è ben presente nei loro pensieri. Semplicemente hanno orientato la volontà generativa che li caratterizza (alcuni sono ragazze e ragazzi attualmente in servizio civile, tutti hanno un impegno sociale forte) su altri progetti di vita.
Nella seconda parte del numero entrano invece in campo esperienze di genitorialità bellissime e affascinanti: esperienze nelle quali non si scorge mai una retorica della vita, ma un’apertura alle nuove vite come avventura umanamente ricchissima.
Alcune di queste esperienze non sono anagraficamente lontane da quelle dei giovani della tavola rotonda. Eppure sembra di confrontarsi con due mondi molto lontani. Sono due mondi ugualmente connotati da una propensione positiva verso la realtà, ma che seguono percorsi divergenti.
Dopo aver letto il numero si resta così con la sensazione (ma più che una sensazione è quasi una certezza) che le esperienze di genitorialità raccontate abbiano scarse chance persuasive nei confronti dei giovani della tavola rotonda. Siamo di fronte ad una generazione che ha orientamenti valoriali diversi e anche consolidati. La presunzione di chi la osserva da fuori, o meglio “dall’alto”, è sempre quella di conoscerla e di tirare la morale: al contrario il numero di VITA è un numero aperto, che come dice il titolo che apre la tavola rotonda, innanzitutto pone delle domande e permette sguardi non preconfezionati. La presentazione del numero il prossimo 28 novembre alla libreria Verso di Milano (corso di Porta Ticinese 40, ore 18,30) sarà l’occasione per approfondire.
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