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Usa: si riapre il caso del condannato a morte McVeigh

L'Fbi ha scoperto tremila pagine di documenti mai considerati durante il processo all'attentatore di Oklahoma City

di Redazione

A cinque giorni dall’iniezione letale annunciata e coontesa da radio, tv e siti internet, spunta l’ipotesi che si riapra il caso di Timothy McVeigh, il terrorista accusato della strage di Oklahoma City in cui morirono 168 persone. L’Fbi ha infatti ammesso che, causa errore, molti documenti relativi all’attentato del ‘95 non furono mai consegnati agli avvocati di McVeigh il quale, dunque, potrebbe chiedere una sospensione dell’esecuzione. La prima in quasi quarant’anni a essere stata decretata da una sentenza federale e non da un singolo Stato americano. Il ministero della Giustizia Usa ha quindi raccomandato un rinvio dell’esecuzione, e sembra che ci sia una “forte possibilità” che il ministro John Ashcroft la sospenda, secondo fonti ufficiose. Ufficialmente, invece, il rinvio sarebbe di trenta giorni. L’errore è stato scoperto mentre l’ufficio federale stava archiviando dei documenti. Si tratta di un dossier composto da documenti, lettere, fotografie e registrazioni. Tremila pagine di materiale che, durante il processo a Denver, in Colorado, non vennero consegnate agli avvocati della difesa. L’Fbi ha specificato che i documenti ora consegnati alla difesa non sembrano però contraddire la colpevolezza di McVeigh. E Richard Burr, uno specialista in pena di morte che ora è un consulente per il collegio di avvocati dell’attentatore di Oklahoma City, ha dichiarato alla Cnn che il condannato non ha ancora autorizzato i propri avvocati a fare richiesta di rinvio dell’esecuzione. Del resto McVeigh è reo confesso, anzi: si è sempre dichiarato orgoglioso del suo folle gesto, cioè la costruzione e il posizionamento della bomba che distrusse l’edificio federale di Oklahoma City. Si riaffaccia quindi l’ipotesi, avanzata dal difensore del terrorista, che McVeigh non abbia agito da solo, 6 anni fa.


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