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Sudan: Amnesty, nel Darfur lo stupro come arma di guerra

Le testimonianze raccolte da AI raccontano di donne e bambine a cui sono state spezzate le gambe e stuprate

di Francesco Agresti

?Una quindicina di donne e bambine sono state stuprate in varie capanne del villaggio. I janjawid spezzavano loro le gambe per impedire la fuga. Sono rimasti nel villaggio per sei o sette giorni?.?Erano cinque o sei, ci hanno stuprate una dopo l?altra per ore ed ore, per sei notti di seguito. Dopo quello che è successo, mio marito non mi ha perdonata e mi ha ripudiata?.

Queste sono alcune delle testimonianze di rifugiate sudanesi intervistate da Amnesty International. Nel Darfur, bambine anche di otto anni vengono stuprate e ridotte alla schiavitù sessuale. Gli stupri di massa in corso nella regione sudanese rappresentano crimini di guerra e crimini contro l?umanità, ma ? denuncia Amnesty International in un rapporto presentato oggi – la comunità internazionale sta facendo veramente poco per fermarli.

Nonostante l?interesse suscitato dalla crisi del Darfur e la promessa del governo di Khartoum di disarmare le milizie filo-governative denominate janjawid, non c?è ancora alcuna forma di protezione per le donne e le bambine del Sudan. Il rapporto di Amnesty International, basato su centinaia di testimonianze raccolte a maggio durante una missione nei campi-profughi del Ciad, denuncia come le donne e le bambine vengano stuprate, rapite e ridotte a schiave del sesso da parte delle milizie janjawid. L?esercito del Sudan risulta coinvolto direttamente, per avervi preso parte o per essersi limitato ad assistere, in quasi tutti gli attacchi contro i villaggi.

?La sofferenza e gli abusi patiti dalle donne vanno al di là dello stupro in sé. La violenza ha un impatto devastante e duraturo sulla salute delle vittime e le sopravvissute hanno davanti a sé una vita di stigma ed emarginazione da parte delle loro famiglie e comunità?, si legge nel rapporto di Amnesty International. Ciò produce conseguenze socio-economiche che rendono le donne ancora più vulnerabili di fronte a ulteriori abusi. L?abbandono forzato della regione ha a sua volta degli effetti negativi, ad esempio in termini di matrimoni precoci, in quanto i genitori ricorrono al matrimonio nel tentativo di proteggere le proprie figlie.

?Le donne e le bambine vengono attaccate sia per privarle dell?umanità che per umiliarle, punirle, controllarle, impaurirle e costringerle alla fuga e anche per perseguitare la comunità di appartenenza?, afferma Amnesty International.

Le donne del Darfur che sono state sottoposte a mutilazioni genitali femminili corrono un rischio ancora maggiore di subire ferite e di contrarre il virus dell?Hiv/Aids ed altre malattie a trasmissione sessuale. ?La comunità internazionale deve affrontare la questione degli stupri in modo più serio e determinato. Personale medico preparato deve essere immediatamente inviato nel Darfur per prendersi cura delle sopravvissute?.

Amnesty International chiede inoltre che tutte le parti in conflitto fermino immediatamente e condannino pubblicamente l?uso dello stupro come arma di guerra e adottino misure per garantire la protezione della popolazione civile; le milizie janjawid siano disarmate, smantellate e poste in condizione di non portare ulteriori attacchi alla popolazione civile; sia immediatamente nominata una Commissione d?inchiesta, internazionale e indipendente, per esaminare le prove dei crimini di guerra, dei crimini contro l?umanità e delle altre violazioni del diritto umanitario, compresi gli stupri, nonché le denunce di genocidio; che gli autori di attacchi contro la popolazione civile, compresa la violenza sessuale contro le donne, siano sottoposti alla giustizia secondo procedure rispettose delle norme internazionali sul giusto processo e con la garanzia di protezione per le vittime e le testimoni.

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