Anteprima magazine
Siamo tutte un po’ “MammadiMerda”
Uno stralcio dell'intervista a Francesca Fiore, una delle due protagoniste della pagina social "MammadiMerda", che pubblichiamo sul numero del magazine di novembre dedicato al rapporto fra giovani e genitorialità
Essere genitori per molti ormai è fonte di vera e propria ansia da prestazione. È l’effetto di una narrazione che mostra sui social network famiglie perfette, mentre la realtà della genitorialità è piena di piccole e grandi difficoltà quotidiane. La pagina “MammadiMerda” (216mila follower su Instagram e più di 140mila su Facebook), cerca di riportare su un piano concreto il racconto di ciò che significa essere madri. Francesca Fiore, insieme a Sara Malnerich, è co-fondatrice del progetto. «La nostra comunicazione vuole essere proprio il contrario di quella che mostra solo la faccia edulcorata della medaglia, occultando l’altra. Che poi è la più interessante, umana e vera», dice.
Aprendo i social si vedono solo famiglie perfette. Sorvoliamo sul fatto che moltissime persone ormai usano i figli come strumenti di marketing, questa immagine patinata della genitorialità a suo parere contribuisce a creare nelle persone normali un senso di inadeguatezza?
Certo ed è esattamente il motivo per cui è nata la pagina “MammadiMerda”: lenire l’inadeguatezza del nostro essere madri, anzi, ergerla a bandiera. Siamo tutti inadeguati. Non importa quanti manuali tu abbia letto, la genitorialità non è mai una scienza esatta. Si può solo navigare a vista e si sbaglia sempre tantissimo, perché la vita è così, imperfetta.
D’altra parte però è negativa anche una narrazione che si concentra solo sulle rinunce che essere genitori — soprattutto essere madre — comporta. Manca un pezzo di realtà?
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