Mondo

In Kenya nuovo modello di sviluppo. E la first lady va in visita.

In Kenya un nuovo modello di società civile: le Cbo, organizzazioni sostenute dalle comunità locali. La più grossa, la Saint Martin di Nyaururu, oggi ospita la first lady.

di Emanuela Citterio

Oggi la first lady del Kenya, moglie del presidente Kibaki, visiterà Saint Martin – l’organizzazione basata sulla comunità di Nyahururu, sostenuta dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Comune di Trento. In Kenya si sta diffondendo un nuovo modello di cooperazione che si basa sulla società civile: le Cbo, organizzazioni sostenute dalle comunità locali. La più grossa è la Saint Martin di Nyahururu, con 600 volontari e 60 operatori, tutti kenyani. Per la visita della moglie del Presidente sono state imposte enormi misure di sicurezza tanto da congelare i cinque progetti di una delle più autorevoli CBO – Community Based Organisation dell’East Africa: programma per la prevenzione dell’AIDS, riabilitazione dei ragazzi di strada e dei bambini disabili, microcredito ed educazione alla nonviolenza. Ultimo progetto, ma non meno importante, Tree is Life – albero è vita che ha permesso la riforestazione con impianto di 4 milioni di alberi. “Non è comune per i 60 operatori che lavorano in Saint Martin ed i 600 volontari una visita così autorevole” afferma Fabio Pipinato della Fondazione Fontana di Trento, che dall’Italia sostiene il progetto. “Da giorni si sta preparando la cerimonia con i disabili ed i ragazzi di strada in prima fila. Questi ultimi, infatti, vengono ritenuti ospiti d’onore al pari della first lady”. “I cerimonieri di palazzo venuti con largo anticipo da Nairobi” continua il racconto di Pipinato “con difficoltà comprendono l’importanza di far sedere questi ragazzi sul palco della presidenza. Ma qui lo staff di Saint Martin non recede. Gli ultimi, per loro, non saranno primi. Sono già primi. I cerimonieri protestano per l’assenza della corsia rossa o perché negli uffici non vi sono piastrelle ma solo cemento tirato a malta fine. E’ un’occasione, anche per loro, per capire cosa vuol dire lavorare a fianco della comunità”. L’organizzazione “basata sulla comunità” di Saint Martin, è fortemente sostenuta dalla comunità locale per il 50% dei costi, e vive grazie al volontariato di 600 persone, poveri che aiutano altri poveri. Come le famiglie che accolgono fra i loro figli anche un ragazzo di strada oppure orfano a causa dell’Aids. Come le volontarie che girano per i villaggi per la prevenzione sanitaria. Come i gruppi impegnati nella difesa dei diritti umani. Come le piccole cooperative nate sul modello del microcredito. “Il Kenya è cambiato radicalmente dall’elezione di Kibaki” afferma Fabio Pipinato. I ragazzi di strada sono quasi scomparsi, grazie alla scuola dell’obbligo; nei tribunali viene sempre meno la corruzione ai giudici, molti dei quali sono stati perseguiti penalmente; alcuni farmaci di base iniziano ad apparire negli ospedali; i matatu “taxi collettivi” vanno ad una velocità controllata evitando le tragedie conosciute negli anni passati. Anche la visita della first lady va in questa direzione. Non visita solo le Organizzazioni Internazionali ma riconosce un ruolo anche a quelle locali, basate sulla comunità, costruite tra e nelle baraccopoli. Insomma un segno di speranza che da forza a molti”.


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