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Scuola, a chi spetta guidare il cambiamento?

L'Unesco ha pubblicato il rapporto "Lead for learning". Chi guida il cambiamento nella scuola? Quale leadership facilita l'innovazione? Luca Solesin (Ashoka Italia): «Il report ci interpella tutti perché il futuro della scuola italiana non è scritto (solo) in viale Trastevere. Quale ruolo vogliamo giocare?»

di Luca Solesin

scuola

Fortaleza, Brasile. È il 31 ottobre 2024 e i Ministri dell’Educazione di tutto il mondo partecipano al Global Education Meeting. Hanno appena reso pubblico il Rapporto Globale di Monitoraggio sull’Educazione 2024/25. Il suo messaggio in realtà è una chiamata forte a tutti noi: il futuro delle scuole è nelle nostre mani!

Il Global Education Monitoring Report è un rapporto ospitato da Unesco e pubblicato quasi ogni anno dall’inizio del 2000 (consultabile qui, con il riassunto). Fornisce dati e analisi sullo stato dell’arte dell’educazione nel mondo e costituisce lo strumento principale di monitoraggio per le analisi politiche dei sistemi di istruzione. Il testo è ricco, articolato e scientificamente solido e il tema di approfondimento di quest’anno “leadership nell’educazione” parla molto al nostro Paese e ci suggerisce spunti interessanti per migliorare le nostre scuole. 

Lead for learning

Fra i messaggi chiave che vengono lanciati, il primo è senza dubbio il più dirompente e fornisce una strada di lavoro particolarmente suggestiva: «i/le leader educativi sono molto più di dirigenti. Essi sono agenti di cambiamento». Parole che richiamano quelle del Segretario Generale delle Nazioni Unite durante il Transforming Education Summit del 2022, in cui chiedeva ai capi di Stato di «permettere ai docenti di trasformarsi, per diventare attori di cambiamento». 

Per farlo, secondo il Rapporto, si rende necessario assicurare che le/i dirigenti scolastici abbiano le giuste competenze e la necessaria visione, e che siano identificati, selezionati, preparati e supportati nel loro ruolo di leader di cambiamento e nelle diverse dimensioni che questo ruolo comporta: definire aspettative, attenzione all’apprendimento, promuovere collaborazione e supportare lo sviluppo professionale dei docenti.

Sebbene il Rapporto sottolinei come «i dirigenti scolastici sono chiamati a compiere troppo, con troppo poco», quando i dirigenti scolastici riescono ad esercitare una leadership efficace (e con essa si intende una leadership distribuita che abilita leadership in altri) essa migliora le performance degli studenti/esse, aiuta gli insegnanti a «tirare fuori il meglio di sé» ed assicura inclusione, sicurezza e benessere all’interno della scuola. Il rapporto si sofferma inoltre su un aspetto fondamentale: i sistemi educativi infatti non sono guidati solamente dal ministero centrale o dai dirigenti scolastici. Una molteplicità di attori influenzano la direzione dei sistemi educativi esercitando leadership nei loro settori. Si pensi al ruolo dei sindacati, dei media, delle università, delle aziende e del Terzo settore che accompagna nei territori i percorsi di vita delle comunità educanti.

Quattro raccomandazioni

Sulla base di questi e altri importanti messaggi, il Rapporto fornisce quattro raccomandazioni chiave:

1) Creare le condizioni favorevoli per consentire ai leader educativi di migliorare l’educazione.

2) Investire nella professionalizzazione dei dirigenti scolastici attraverso: selezione dei dirigenti scolastici di talento attraverso una selezione inclusiva; preparazione, formazione e supporto ai dirigenti scolastici a concentrarsi sulle dimensioni fondamentali del loro ruolo; implementazione di standard di leadership scolastica e riconoscerne il conseguimento.

3) Promuovere la leadership condivisa e le culture scolastiche collaborative.

4) Sviluppare la capacità dei funzionari dell’educazione di servire come leader di sistema.

Il ruolo della comunità educante allargata

Il Rapporto, nei suoi messaggi tematici e nelle sue raccomandazioni, ci interroga profondamente come comunità educante allargata. Ci interroga nel nostro ruolo di attori e leader di cambiamento della scuola come genitori, come società civile, come insegnanti e come cittadini/e poiché il cambiamento richiede leadership di sistema, dove ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. E dunque quali sono le esperienze e pratiche in Italia stanno interpretando questo ruolo?

Come possiamo costruire alleanze per agire una leadership collettiva? Quali sono i fattori abilitanti e le strade da seguire? Sebbene le risposte a queste domande siano di difficile risposta, in questi anni abbiamo notato molteplici movimenti positivi in questa direzione.

Un esempio su tutti credo siano le Avanguardie Educative promosse da Indire, che hanno appena festeggiato i loro primi dieci anni di vita. Probabilmente il più importante ed impattante movimento di innovazione educativa (e quindi di innovazione sociale) della storia recente della scuola italiana, il Movimento, co-fondato da 22 scuole, ha raggiunto oggi 1.600 scuole e coinvolto decine di migliaia di docenti in tutta Italia. È un movimento inclusivo ed esempio di partenariato pubblico-privato-Terzo settore, che abbraccia e accoglie i territori e la ricerca scientifica più avanzata con un’applicazione concreta nelle classi. 

Oltre alle Avanguardie Educative esistono decine di network, centinaia e migliaia di esempi più piccoli, che magari fanno fatica a fare sistema ma che nei territori hanno un grande impatto. Si veda su questi la Mappatura che abbiamo svolto come Ashoka nel 2023 e lanciato a febbraio con il documento “Strade di innovazione”.

Costruire leadership di sistema è stata la nostra grande sfida già nel 2022 quando abbiamo elaborato la pubblicazione Leadership per il Cambiamento. Vol 2: le scuole, in cui si analizzano esempi concreti di scuole italiane per comprendere quali siano i fattori abilitanti una leadership efficace che conduce ad innovazione positiva all’interno della scuola. 

Il Rapporto ci interroga. Ci chiede di riflettere sul nostro ruolo di agenti di cambiamento perché il futuro della scuola italiana non è scritto (solo) in viale Trastevere 76 a Roma. Quale ruolo vogliamo giocare?

In foto, settembre 2023, primo giorno di scuola al Liceo Scientifico Francesco Redi. Foto di Daiano Cristini/Sintesi

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