Infanzia in pericolo
Abusi sui minori: rischi elevatissimi dall’Ai, poca attenzione dai media
Sono stati 129.500 gli articoli su stampa e web italiani pubblicati nel 2024 riguardo gli abusi sui minori rispetto ai 153.783 articoli nel 2023. Un -15,8%, riflesso di un calo di attenzione piuttosto che una reale diminuzione dei casi di abuso. È quanto emerge dall’analisi “Abusi sui minori nelle notizie italiane” curata da Volocom per Telefono Azzurro. Il presidente Caffo: «Ai, una delle sfide più delicate»
di Alessio Nisi
Un aumento vertiginoso in tutto il mondo delle violenze sessuali comprese quelle commesse tramite internet (lo scenario internazionale, elaborato sulla base dei recenti dati Unicef, svela che nel «mondo 90 milioni tra ragazzi e ragazze hanno subito un abuso sessuale e più di un miliardo di donne e uomini hanno subito tali violenze durante la loro infanzia»).
Una situazione drammatica cui non fa riscontro in Italia un’adeguata attenzione mediatica. Il 2024 evidenzia un forte calo del numero degli articoli pubblicati su stampa e web del Paese riguardanti gli abusi sui minori. Sono stati 129.500 gli articoli (su stampa e web italiani) pubblicati nel 2024 (nel periodo gennaio-ottobre) riguardo gli abusi sui minori rispetto ai 153.783 articoli che hanno visto la luce nello stesso periodo del 2023.
Il tema degli abusi sessuali ai minori è un tema complesso, che purtroppo spesso passa in silenzio. Il rapporto ci dimostra come gli abusi all’infanzia sono aumentati in tutto il mondo e in Italia, sia offline e online. Di fronte a questi dati dobbiamo pensare a come costruire misure di prevenzione efficace
Ernesto Caffo – presidente della Fondazione Telefono Azzurro,
Calo di attenzione mediatica
Nel dettaglio, siamo di fronte a un -15,8% anno su anno: il riflesso di un calo di attenzione mediatica piuttosto che una reale diminuzione dei casi di abuso. Un dato preoccupante perché potrebbe corrispondere a una difficoltà dei media italiani nel mantenere alta l’attenzione su un tema così cruciale.
Lo studio
Sono alcune delle evidenze emerse dall’analisi Abusi sui minori nelle notizie italiane, curata da Volocom per Telefono Azzurro e presentata durante “Diamo voce al silenzio: ascoltare i bambini e gli adolescenti vittime di abuso sessuale per sviluppare nuovi interventi di aiuto e di tutela”, evento organizzato a Palazzo Chigi dalla Fondazione S.O.S Telefono Azzurro in occasione Giornata internazionale per la protezione dei minori contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale.
I numeri in Italia
Il nostro paese, secondo il Global index data di Out of the shadows del 2022, è fin troppo carente sotto il profilo della prevenzione, riguardo la quale l’Italia è al 45° posto su 60 Paesi esaminati dal Global index.
Un dato che deve far riflettere considerando che negli ultimi 3 anni si è registrato un + 140% di casi urgenti e che nello stesso periodo sono aumentate del 20% le segnalazioni.
Contenuti sintetici e intelligenza artificiale
È emerso inoltre come le preoccupazioni riguardano in particolare il tumultuoso sviluppo dei casi di Sintetic child sexual abuse material, prodotti attraverso l’intelligenza artificiale generativa. Nella primavera 2023 sono stati rilevati i primi casi di sintetic csam ma risultavano essere in maniera evidente materiali prodotti artificialmente. Nell’arco di circa un anno le immagini autogenerate appaiono così simili alla realtà che pure gli analisti più qualificati stentano a distinguerle. Proprio l’ai csam richiede, per Telefono Azzurro, un’azione immediata anche perché attraverso essa è possibile produrre contenuti sintetici completamente nuovi o capaci di alterare materiali esistenti.
Mancano i dati sugli abusi
Caffo invita alla riflessione anche alla «mancanza di dati sull’abuso. Mancano dati che siano realistici, trasparenti, coerenti. Solo se partiamo dai dati possiamo avere contezza della situazione reale dell’abuso e delle sue declinazioni, e quindi possiamo intervenire con strumenti efficaci e universalmente condivisi. Questo è ancora più vero e urgente se guardiamo allo scenario ancora più oscuro dell’abuso online».
Rischi elevatissimi dall’intelligenza artificiale
«Questo spostamento degli abusi sessuali verso il digitale ha cambiato molte mie certezze. La legislazione che abbiamo per anni difeso», spiega Ernesto Caffo, «si trova oggi in difficoltà di fronte ad un problema globale. I dati degli abusi sono in aumento in tutto il mondo e i problemi aumentano. Una delle sfide più delicate è quella dell’ingresso dell’intelligenza artificiale», uno strumento «che ha potenzialità funzionali ai sistemi di protezione, ma presenta anche rischi elevatissimi e molto poco attenzionati. Fino a che punto le agenzie di controllo possono intervenire su materiali prodotti con sistemi che modificano immagini e cambiano gli scenari?», si chiede il presidente della fondazione.
Nell’anno 2023, Inhope, rete internazionale di cui come Telefono Azzurro facciamo parte, ha ricevuto quasi 800 mila segnalazioni di contenuti online potenzialmente dannosi, il 70% delle quali relative a materiale pedopornografico illegale
Ernesto Caffo
Le misure di intervento
Per Caffo occorre «offrire nuovi strumenti di conoscenza alle istruzioni perché si possa procedere con una azione coordinata e congiunta». In questo quadro il «confronto con le big tech è sempre più di merito». Le resistenze delle aziende sono molto forti.
Una consapevolezza calata
«Ci si nasconde dietro al tema della privacy», ma le aziende possono e devono fare molto di più: hanno gli strumenti per farlo, sostiene Caffo, «e ci sono segnali che vanno in questa direzione. Però», torna al punto Caffo, «oggi mi rendo conto dei danni ai bambini». Per Caffo è «importante ricordare», proprio come strumento, «che tutto questo richiede una grande consapevolezza dei giovani, il mondo dell’informazione e dell’educazione devono essere più attenti. I dati che emergono dalla ricerca Volocom ci dicono che questa sensibilità collettiva non è aumentata, ma è calata».
Prevenire il più possibile
Da psicologa e psicoterapeuta, prima che da vice ministro, ricorda la vice ministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, comprendo fino in fondo il dramma che attraversa un bambino, «e le ferite che è difficilissimo riparare per chi ha subito quel trauma. Dobbiamo», aggiunge, «essere capaci di prevenire il più possibile, laddove è più frequente che questo accada. È chiaro che non c’è nessuno che è totalmente protetto da queste ferite. Certamente però sappiamo che questi problemi sono più dilaganti nei luoghi dove c’è criminalità, non ci sono servizi e c’è meno opportunità per essere ascoltati».
L’ascolto, rimarca, come «atto propedeutico a qualsiasi riconoscimento dei diritti dei bambini, a qualsiasi partecipazione». La vice ministro si dice convinta che «l’ascolto viene prima di tutto». In Italia ci sono leggi «invidiate a livello europeo», soprattutto a livello di tutela dei minori. «Ma di certo non abbiamo cancellato questa realtà». Le problematiche aumentano per via di uno sviluppo che apre possibilità, ma anche insidie.
La giornata dell’ascolto del minore
«Come Governo non abbiamo intenzione di fare un passo indietro, sostenendo attività meritorie come il 114. Anche con un presidio potenziato di prossimità, abbiamo stanziato altri 250 milioni per aprire comunità giovanili, centri che saranno nei contesti ad alta povertà educativa». Sono stati potenziati, spiega ancora, servizi sociali «con oltre 300 milioni di euro. Lo abbiamo fatto supportando l’amministrazione condivisa». Annuncia poi l’istituzione di una giornata dell’ascolto del minore, prevista il 9 aprile.
I numeri del 114 di Telefono Azzurro
Nelle segnalazioni al 114 in cui c’era una motivazione di abuso sessuale online sono emerse diverse motivazioni tra le quali: abuso fisico, abuso psicologico, comportamenti sessuali a rischio, disagio emotivo e psicologico, disturbi alimentari, patologia della cura e ideazione suicidaria.
Nell’82% dei casi gestiti dal Servizio 114 i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 16% dei casi autori e nel 2% in qualità di testimoni. Analizzando il sesso dei minori coinvolti il 53% sono di sesso femminile, il 47% maschile.
Passando alla classe di età dei minori coinvolti nei casi gestiti dal Servizio 114 per il 2,18% sono bambini nella fascia di età 0-10. Nel 43,87% sono invece preadolescenti (11-14 anni) e nel 53,95% adolescenti (15-18 anni). Passando a un confronto con i dati del 2023 erano stati coinvolti il 7,39% dei minori nella fascia 0-10, 35,80% preadolescenti e 56,81 adolescenti.
Passando alle regioni di provenienza dei casi gestiti dal Servizio 114 in testa la Lombardia (28,57%) seguita da Veneto (14,29%) e Calabria (10,71%).
Analizzando i presunti responsabili dei casi gestiti dal Servizio 114 un estraneo (adulto) con il 32,14% seguito da un genitore (25%), da un amico/conoscente (minore) 14,29%, e da un amico/conoscente (adulto) 10,71% e da un estraneo (minore) 10,71%.
Incremento dei genitori tra gli abusanti
Telefono Azzurro evidenzia il notevole incremento dei genitori tra gli abusanti. In particolare, casi in cui i genitori mettono in atto tramite l’online comportamenti che mettono a rischio i figli minori, per esempio con la pubblicazione di contenuti che li riguardano.
Il Servizio emergenza infanzia 114 viene raggiunto nel 48,84% dei casi via telefono. A seguire Whatsapp – 41,86% – e chat (6,98%). Solo il 2,53% dei casi via posta elettronica. Comparando i dati del 2023 emerge come solo il 15,29% delle segnalazioni era avvenuto via whatsapp.
I chiamanti al 114 per il 32% ha chiesto di rimanere anonimo mentre per il 68% dei casi ha comunicato i propri dati. Il 54% si è identificato come adulto mentre il 46% era minorenne. Nel 38% dei casi i minorenni contattavano il 114 per loro stessi, nel restante 62% per conto di altri minori.
Materiale online
Per quanto concerne le segnalazioni riguardanti materiale online, l’83% riguardavano materiale pedopornografico: adescamento, incitamento alla pedofilia, contenuti pornografici su siti per minori.
Nei casi di abusi sessuali offline Telefono Azzurro evidenzia come si sia registrato un incremento nelle casistiche “costretto ad assistere atti” e “costretto a visionare materiale” oltre che “altro abuso sessuale”.
Nel 87,60% dei casi di abusi offline gestiti i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 6,20% come autori e nell’ulteriore 6,20% come testimoni.
Analizzando la classe d’età dei minori coinvolti in abusi sessuali offline il 48,2% adolescenti, il 36,1% preadolescenti e il 15,7% in età 0-10. La provenienza regionale dei casi gestiti offline vede in testa la Lombardia (19,32%) seguita da Emilia- Romagna (11,36%) e Sicilia (10,23%).
I presunti responsabili dei casi gestiti relativi ad abusi sessuali offline sono stati per il 41% uno dei genitori. A seguire amico/conoscente minore (9,7%), amico/conoscente adulto (5,6%), altro parente (4,8%), estraneo adulto (6%), fratello/sorella (5,7%), nuovo coniuge (4%), nonno/a (2,4%), insegnante (1,6%), partner (5,7%), allenatore (1,6%), professionista (4%), vicino di casa (1,6%).
Le segnalazioni di abusi sessuali offline sono state per il 50,46% via telefono, seguite da Whatsapp (31,65%) e 15,60% chat. Solo il 2% via posta elettronica.
In apertura foto di Compare Fibre per Unsplash. Nel testo, video e immagini di Alessio Nisi
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