Commissione Ue

Teresa Ribera e il Green Deal nella bufera. E trema anche Von der Leyen

Da Valencia, la Dana sta travolgendo anche il futuro dell’esecutivo europeo. La ministra socialista della Transizione ecologica Teresa Ribera, destinata alla vicepresidenza della Commissione per il Green Deal, è accusata di cattiva gestione dell’emergenza. Ma per la legge spagnola la responsabilità è del governo locale, a guida popolari, colpevole di ritardi e inefficienza. Per Danilo Selvaggi della Lipu, la transizione ecologica non deve essere motivo di scontro, ma terreno di politiche comuni. «Per questo abbiamo bisogno di Ribera in Ue»

di Elisa Cozzarini

Il futuro della nuova Commissione europea è appeso a un filo. Al centro della bufera non c’è solo l’italiano Raffaele Fitto, ma soprattutto la socialista spagnola Teresa Ribera, per il posto di vicepresidente dell’esecutivo Ursula von der Leyen 2. A lei, quale Commissaria europea alla Transizione pulita, giusta e competitiva e alla Concorrenza, spetterebbe l’attuazione di buona parte del Green Deal Ue. Già prima della distruzione provocata dalla Dana a Valencia e della battaglia politica sulla responsabilità dei ritardi negli aiuti, VITA aveva anticipato che si trattava di una candidatura in salita.

Una questione spagnola

Ribera è anche ministra della Transizione ecologica in Spagna e vice del premier Pedro Sanchez. In questi giorni è stata attaccata pesantemente dal leader dell’opposizione, Alberto Núñez Feijó, del Partito popolare, con l’appoggio del presidente dei popolari europei Manfred Weber, per la gestione dell’emergenza alluvione, in un rimpallo di responsabilità tra il governo centrale e quello della Generalitat valenciana. Si dovrà attendere almeno il 20 novembre per capire se e come verrà superato lo stallo. Quel giorno, Ribera, peraltro su sua richiesta, dovrà comparire davanti al Congresso di Madrid per difendersi dalle accuse dell’opposizione, che chiede la sua sostituzione sia come vicepremier sia come candidata della Spagna alla Commissione Ue.

Secondo quanto riporta l’Ansa, alcuni giorni fa la ministra socialista ha raccontato di aver cercato per ben quattro volte di mettersi in contatto con il governatore valenciano Carlos Mazòn nel pomeriggio dell’alluvione, dalle 14 alle 18, senza riuscirci. A quelle telefonate Mazòn non rispose perché impegnato con una giornalista, sua amica, in un pranzo che durò ben quattro ore. Il Partito socialista spagnolo, dunque, ritiene che le accuse a Ribera siano un modo per coprire le colpe di Mazòn. Anche Politico.eu sottolinea che la responsabilità di gestire l’emergenza, in base alla legge spagnola, ricade sul governo locale. Guarda caso, ora quelle accuse fanno comodo anche a chi a Bruxelles non vede di buon occhio l’esponente socialista.

La fiducia di von der Leyen

Sanchez non intende fare un passo indietro. E anche la fiducia di von der Leyen a Ribera è confermata, in base a quanto ha dichiarato il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer, subito dopo l’audizione della spagnola all’Europarlamento, il 12 novembre, la più contestata. Di fronte ai parlamentari europei, Ribera ha saputo mantenere la calma nonostante gli attacchi e ha sottolineato l’importanza di fare di più, non di meno, per la lotta al cambiamento climatico, accelerando la transizione energetica e migliorando la capacità di gestire gli eventi estremi, alluvioni e siccità, che stanno diventando sempre più frequenti. Sul nucleare, durante l’audizione Ribera non si è esposta ed ha affermato che le decisioni sul mix energetico riguardano le politiche nazionali.

Il sostegno degli ambientalisti

«Il clima in Europa non è sereno, al di là degli scontri sui candidati. Il contesto politico attuale, specialmente per ciò che riguarda la transizione ecologica e la difesa della natura, è molto diverso dall’entusiasmo di cinque anni fa, quando nacque l’esecutivo von der Leyen 1», è il commento di Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu, ricordando che Teresa Ribera è stata protagonista della passata stagione di politiche ambientali che hanno portato alla definizione del Green Deal e all’approvazione della Legge sul ripristino della natura, la Nature restoration law. «C’era Ribera al vertice della presidenza spagnola del Consiglio Ue nei giorni difficili delle proteste dei trattori e ha sempre tenuto la barra dritta. Ora ne paga il prezzo. Ma anche i liberali e i popolari, prima tra tutti Ursula von der Leyen, sanno che la transizione ecologica non deve essere terreno di scontro ma di collaborazione. Non ne possiamo fare a meno e per questo abbiamo bisogno di una politica come Teresa Ribera».

In apertura, un’immagine dell’audizione di Teresa Ribera all’Europarlamento il 12 novembre

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