Formazione

Conti pubblici. Comuni verso “disobbedienzacivile”

Gli enti locali raccolti nell'Anci sulle barricate contro la manovra correttiva del governo e la minaccia di un gesto clamoroso di "disobbedienza" come il rifiuto di applicare il Patto di stabilit

di Ettore Colombo

Enti locali sulle barricate contro la manovra correttiva del governo e la minaccia di un gesto clamoroso di ”disobbedienza”, come il rifiuto di applicare il Patto di stabilita’, si e’ fatta concreta. Piu’ caute, invece, le reazioni che vengono dalle Regioni, per bocca dell’assessore lombardo Romano Colozzi. Dopo la presa di posizione del presidente dell’Anci, Domenici, che aveva proclamato la rottura con il governo, oggi tanto l’Anci quanto l’Upi sono in grande fermento per mettere al piu’ presto in cantiere forme di protesta forti. Per giovedi’ sono state convocate le riunioni di presidenza e di direttivo; i Comuni hanno anche chiamato a raccolta nella stessa giornata il Coordinamento delle citta’ metropolitane. Ma fin da ora sembrano decisi a imboccare la strada della disobbedienza civile: non rispettare la manovra – propone per l’Anci Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e responsabile della finanza Locale; mentre l’Upi, attraverso il suo responsabile Finanza, Gino Nunes, presidente della provincia di Pisa, propone di rifiutare di rispettare il Patto di Stabilita’. Ancora interlocutoria, invece, la posizione delle Regioni, che comunque mercoledi’ sull’argomento hanno convocato una riunione degli assessori al Bilancio. Una riflessione e’ giunta dall’assessore al bilancio della Lombardia, Romano Colozzi – coordinatore dei suoi colleghi – il quale nel notare che la manovra ha accolto gran parte degli emendamenti proposti dalle Regioni, suggerisce per il futuro di creare un ”tavolo permanente su questioni di Finanza pubblica e di prevedere tra Regioni percentuali diverse di riduzione”. In difesa della manovra e’ intervenuto il sottosegretario Vegas, il quale ha affermato che ”le misure che limitano la spesa per consumi intermedi per il 2004 per regioni e Enti locali, sono finalizzate al conseguimento degli obiettivi determinati dal Patto di Stabilita’ interno e non compromettono le spese per consumi intermedi gia’ sostenute”. Non convince gli Enti locali, anche se Gianluca Galletti, ex assessore Udc della giunta bolognese di Guazzaloca, rappresentante dell’Anci presso l’Alta commissione sul federalismo fiscale, polemizzando velatamente con il sindaco Cofferati sembra andare in aiuto di Vegas sostenendo che la manovra correttiva ”non colpisce i servizi alla persona”. Invita percio’ tutti gli amministratori a non creare ” falsi allarmismi”. Si dice comunque d’accordo con il sindaco Chiamparino, ”ha ragione, la manovra e’ sbagliata, mette in difficolta’ i Comuni, ma mette un tetto alla spesa di funzionamento dei Comuni, che e’ un’altra cosa”. Gino Nunes dell’Upi e’ il piu’ ”arrabbiato”: ”quelli del governo sono dei mascalzoni, vogliono creare intorno agli enti locali un clima di diffamazione sostenendo che siamo degli spreconi e per questo siamo costretti a tagliare i servizi. Sostenere che la manovra, come qualcuno di loro ha sostenuto, non tocca i cittadini e’ pura propaganda”. Per Nunes dunque non resta che una strada: rifiutarsi di rispettare il Patto di Stabilita’. Per contrastare la manovra anti-deficit del governo anche Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e responsabile per l’Anci della finanza locale, individua una forma di ”disobbedienza civile”: non applicare il comma 11 dell’art.1 della manovra, che riguarda la riduzione del 10% della spesa del triennio 2004-06. ”Ho appena sentito Veltroni – dice Chiamparino – ed e’ d’accordo. La nostra proposta potrebbe essere questa; di fatto quanto previsto dal decreto e’ semplicemente impossibile da attuare. Se i Comuni l’applicassero andrebbero tutti fuori legge oppure dovremmo azzerare tutto cio’ che e’ Welfare. Ma questo non vogliamo farlo”. Paolo Costa, sindaco di Venezia, si dice ”allibito per i tagli imposti da Berlusconi ai Comuni”. Anche per il presidente dell’Upi, Lorenzo Ria, ”la manovra e’ tecnicamente impossibile”.”Si tratta – dice – di un diktat che paralizza gli enti locali. Parliamo di un taglio da 300 milioni di euro, questo il regalo che il governo ha fatto alle province italiane. Quello che piu’ preoccupa e’ l’idea asfittica e regressiva di societa’ che tali misure denunciano. Altro che innovazione e nuova crescita”. Secondo Ria, infine, le misure aprirebbero ”un contenzioso infinito con le imprese private che gia’ sono affidatarie di servizi per l’intero anno e per gli importi gia’ previsti dai bilanci approvati”. E mentre fra i partiti il responsabile Enti locali della Margherita, Giuseppe Fioroni, parla di ”manovra inapplicabile e truffaldina”. Osvaldo Napoli, vice responsabile neti locali di Forza Italia, ricorda che non mancano i precedenti, ”a partire dal governo Prodi nel ’96: allora – ricorda Napoli – i tagli ai trasferimenti agli enti locali servivano per centrare i parametri di Maastricht, oggi sono necessari per rimanervi”. Sul fronte sindacale per la FP Cgil la manovra prevede tagli ”solo per gli Enti locali”. ”Non siano disponibili a rassegnarci”, sentenzia il segretario Giovanni Pagliarini. Per i sindacati dei pensionati la manovra ”e’ contro gli anziani; il taglio del 10 per cento si tradurra’ in una ulteriore riduzione dei servizi sociali”.


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