Formazione

Modello Nord Est: si riparte facendo squadra

Presentato oggi "Nord est 2004-Rapporto sulla società e l’economia"

di Francesco Maggio

Modello Nord Est al capolinea? L?analisi di quello che per diversi decenni è stato un modello di sviluppo tutto italiano, autopropulsivo, fondato su piccole e medie imprese, è stata fatta a Venezia, in occasione della presentazione di “Nord est 2004-Rapporto sulla società e l?economia”. Le profonde trasformazioni sociali e dei processi di internazionalizzazione, i cambiamenti degli scenari mondiali ed Europi hanno inciso notevolmente su quella che negli anni novanta è stata la locomotiva d?Italia. Non a caso dal 1997 ad oggi il Pil del Nord est è stato inferiore al dato medio del paese. “Senza dubbio – ha affermato Innocenzo Cipolletta, responsabile scientifico della Fondazione Nord est – lo sviluppo di questa parte d’Italia, così come lo abbiamo conosciuto nel passato e’ finito. Il problema è come farlo ripartire”. Oltre alla crescita demografica sostenuta solo dall?immigrazione (400 mila stranieri presenti, circa il 6% della popolazione), il territorio sta affrontando anche un altro fenomeno, non meno dirompente: la forte della domanda di lavoro non manuale. Infatti, il 77% dei giovani che esce dalle scuole superiori si iscrive all?ìuniversità. L?idea di trovare un?occupazione nel terziario privato, rapportata al titolo di studio, pervade il 45% di quanti entrano nel mercato del lavoro, a cui si aggiunge un altro 26% che aspira a lavorare in un negozio o alle dipendenze del pubblico. Sporcarsi le mani nella fabbrichetta o nell’azienda artigiana di famiglia non attira piu’. Cio’ ha comportato un calo del settore secondario (-1,3% di attivita’ industriali alla fine del 2003 rispetto al 1997)a vantaggio dei servizi, anche avanzati (+ 48% di attivita’ immobiliari, ricerca e innovazione), speculari alla crescita dell’uso di internet e delle nuove tecnologie, come la banda larga (74% delle imprese). La modificazione carsica dell’economia locale va ora alla ricerca di un disegno condiviso ed ‘esplicito’,a cui sono chiamati tutti i soggetti pubblici privati. L’allargamento ad Est dell’Unione pone Il Veneto, il Friuli, il Trentino al centro degli scambi tra l’Europa sviluppata e quella in rapida crescita ed anche oltre, fino alla Cina. Questo, secondo il rapporto della Fondazione Nord Est, deve fare accantonare la spinta propulsiva del ‘fai da te’, per mettere in campo azioni sinergiche tra partner, nel campo delle tecnologie, dei trasporti, dell?export dell’area. “In sostanza – ha concluso Cipolletta – bisognerà realizzare una nuova orditura di relazioni e coesione di interessi, dismettendo la cultura dell?agire individuale, che e’ stato decisivo per raggiungeregli attuali livelli di sviluppo, a favore dell’agire concertato, in cui il pubblico deve fare la sua parte. E bene”.


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