Mondo

Iraq: soldati italiani resteranno anche nel 2006

Ad affermarlo, in un'intervista al Corriere, è il comandante dei nostri militari in Iraq, il generale Spagnuolo che, dopo 4 mesi, lascia l'ufficio di Bassora per tornare in Italia

di Paolo Manzo

In Iraq bisogna restare ”a lungo. Sicuramente non si puo’ chiudere il 31 dicembre, fra cinque mesi. E nemmeno il 31 dicembre 2005”, e questo ”con qualsiasi governo” perche’ ”tirarsi indietro potrebbe essere estremamente negativo per la nostra nazione e per il Paese che stiamo cercando di aiutare”. Ad affermarlo, in una intervista al ‘Corriere della Sera’, e’ il comandante di tutti i militari italiani in Iraq, il generale Francesco Paolo Spagnuolo che, dopo quattro mesi, lascia il suo ufficio di Bassora per tornare in Italia. ”Le armi -spiega il generale- servono per difendere noi stessi e il popolo, la gente semplice che ci vuole qui. Non possiamo tradirli. Se noi aiutiamo uno a camminare, non possiamo lasciarlo a meta’ strada. O non si comincia o lo si accompagna fino all’altro marciapiede”. La Coalizione internazionale, sottolinea Spagnuolo, ”e’ ormai la stampella dell’Iraq e noi, come impegno italiano, la stampella di questa provincia”. In Iraq, racconta, ”non ci sono piu’ uomini di eta’ compresa fra i 30 e i 45 anni, soprattutto fra i 35 e i 45. Un paio di generazioni annientate. Migliaia di uomini spariti nel nulla. Eliminati perche’ sgraditi a Saddam. Questo e’ il Paese che cerchiamo di aiutare”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA