Cultura

Colpe e amnesie del regime Museveni. Un Paese diviso in due

Maurizio Murru, medico Cuamm: "Il sud Uganda ignora il nord. Per fingere stabilità. E piacere all’Occidente".

di Emanuela Citterio

«Il Nord Uganda sta morendo fisicamente, socialmente, economicamente. E questa realtà disumana non cambierà per volontà dell?attuale governo. Occorre che la comunità internazionale si mobiliti. Che chi tiene in piedi il governo di Museveni con più del 50% dei fondi necessari alla sua sopravvivenza si svegli dall?apatia e da questo stato di complicità sonnolenta». Maurizio Murru, medico, da 27 anni in Africa orientale, docente all?università cattolica di Nkozi, sa bene cosa sta accadendo in Uganda. L?ha descritto in una lucida analisi apparsa su Salute e sviluppo, rivista del Cuamm-Medici per l?Africa, la ong italiana da più tempo (44 anni) presente in Uganda con interventi sanitari. Vita: Dottor Murru, il 90% della popolazione nel Nord Uganda vive nei campi profughi. Com?è la situazione sanitaria? Maurizio Murru: A descriverla bastano i dati. Nei campi la razione di acqua giornaliera è di 6 litri per persona, il minimo indicato dalle Nazioni Unite è di 20. Significa che la gente sta in coda anche otto ore per ottenere i pochi litri necessari a sopravvivere. Nei 16 campi visitati da un gruppo di ong c?è una latrina per 229 persone, il limite massimo è di 183. Ma il rapporto arriva anche a una latrina per 932 persone. Le conseguenze igienico-sanitarie sono immaginabili. La mortalità infantile è più del doppio che nel resto del Paese. Vita: Il governo ugandese presta assistenza sanitaria nei campi? Murru: Quasi per nulla. Il Nord Uganda è organizzato per distretti sanitari: in quello di Gulu, 33 centri sanitari su 55 sono chiusi per motivi di sicurezza, a causa delle incursioni dei ribelli. Le autorità si muovono poco. Continuano a sfornare piani d?azione che, si sa benissimo, non saranno mai realizzati. A Kampala arrivano pochissime informazioni su ciò che succede al Nord. È come se la guerra e il disastro umanitario non esistessero. Vita: Un Paese a due velocità, quindi? Murru: Esattamente. L?Uganda di Museveni ha dimostrato di essere un Paese in cui le cose funzionano in maniera ragionevole: indicatori economici in crescita, buoni risultati nella lotta all?Aids. Se si dimentica il Nord, come è stato fatto per 18 anni. L?economia ugandese dipende per il 50% da finanziamenti esterni ed è un forte alleato degli Stati Uniti. La verità è che Museveni ha bisogno dei Paesi donatori e che i Paesi donatori hanno bisogno di Museveni. E poi c?è bisogno di un ?successo africano?. Per questo gli Usa, la Banca mondiale e l?Fmi sono stati disposti a perdonare all?Uganda molto di più di quanto abbiano fatto con altri Paesi.


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