Legge di bilancio 2025
Gadda (Italia Viva): «Terzo settore dimenticato, il Governo rimedi»
La vicepresidente dei deputati di Italia Viva ha presentato le sue proposte su Iva, 5 per mille e articolo 112
di Redazione

Senza il Terzo settore si fermerebbe il Paese, eppure nella manovra non c’è traccia di risorse degne di questo nome a sostegno delle attività svolte dagli enti e dal volontariato». Lo ha dichiarato la vicepresidente dei deputati di Italia Viva, Maria Chiara Gadda (in foto/Sintesi), intervenendo sull’iter della Legge di Bilancio 2025 in discussione in Parlamento.
«Italia Viva ha presentato un pacchetto di emendamenti alla manovra per eliminare una stortura come l’articolo 112, che prevede i controllori del Ministero dell’Economia e delle Finanze nelle aziende private e addirittura anche negli enti di Terzo settore denotando una totale mancanza di fiducia e non conoscenza delle norme di trasparenza che già esistono. E poi abbiamo emendamenti utili a favorire la crescita di queste preziose realtà che consolidano il rapporto con il territorio e rispondono a bisogni sociali crescenti», ha aggiunto la deputata.
Sempre Gadda: «È fondamentale che venga approvato il superamento del tetto del 5 per mille, e abbiamo una nostra proposta per risolvere l’annosa questione dell’Iva. Proponiamo anche l’istituzione di un fondo specifico per sostenere l’acquisto di attrezzature e beni mobili strumentali utili allo svolgimento delle attività sociali, e l’incremento del fondo per gli aiuti alimentari agli indigenti. La povertà è aumentata, e la card Dedicata a te del ministro Lollobrigida ha già mostrato tutte le sue criticità. Si diano più risorse al terzo settore, monetizzare i bisogni con card e bonus spreca finanze pubbliche già scarse. Nel pacchetto di Italia Viva ci sono poi altri emendamenti sulla povertà educativa, sulle adozioni internazionali, sulla non autosufficienza, e sul servizio civile. Speriamo che il governo apra una discussione vera su questi temi, altrimenti sarebbe l’ennesimo schiaffo a quella parte di Paese che attraverso il volontariato, la cooperazione e tante professionalità contribuisce al Pil del Paese e svolge servizi essenziali per la comunità ormai non più in forma sussidiaria ma sostitutiva».
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