Volontariato
Servizio civile: “Pronti a scendere in piazza”
Volontariato, Terzo settore e Cnesc si molibitano per difendere la legge (e il futuro) del servizio civile nazionale, oggi a rischio tagli da parte del governo
ROMA – Il volontariato e gli enti di servizio civile sono sul piede di guerra, a difesa di “un’esperienza che rischia di scomparire” innanzitutto per mancanza di fondi. Ecco perché questa mattina è stata organizzata a Roma la prima di una serie di manifestazioni pubbliche (che dureranno fino ad agosto) per “difendere un diritto civile” ormai acquisito né si esiterà anche a scendere in piazza se, a partire dal Dpef e dalla prossima Finanziaria, non si troveranno i fondi necessari o, peggio, se la scure del decreto taglia-spese si abbatterà proprio su questo settore, vitale per fare e formare cittadini responsabili.
La manifestazione oreganizzata oggi a Palazzo Atemps a Roma, “Difendiamo il servizio civile”, si doveva tenere lo scorso 22 giugno ma è stata rimandata ad oggi in quanto quel giorno scompariva prematuramente il presidente dell’Arci Tom Benetollo, cui la manifestazione è stata dedicata da parte del Forum del Terzo settore e della Cnesc (Centro nazionale enti servizio civile), che hanno comunque deciso di tenerla in una data simbolo, l’8 luglio, giorno in cui ? da anni ? la Cnesc presenta il proprio “Rapporto Annuale sul servizio civile”.
L’iniziativa di oggi, che ha visto una folta partecipazione di molti giovani (speicalmente ragazze) che hanno svolto opera di servizio civile volontario e che vogliono difendere e sostenere questa loro esperienza raccordansdosi in un un coordinamento, fa parte della campagna a sostegno del servizio civile che Forum del Terzo Settore e Cnesc hanno già avviato da mesi ed il cui primo passo operativo era stato una lettera-appello (il cui facsimile è disponibile nel sito www.forumterzosettore.it alla voce documenti) al ministro Giovanardi, nella quale, tra l’altro si chiedeva un adeguato stanziamento in Finanziaria.
“Oggi – spiegano i promotori dell’iniziativa – intendiamo sottolineare come sia necessario far mantenere alta l’attenzione del governo sul tema del servizio civile nei giorni in cui esso si appresta ad emanare il Dpef e del Parlamento quando discuterà la legge Finanziaria affinché ai giovani italiani continui ad essere garantito il diritto di poter svolgere il servizio civile”.
Una prima risposta positiva è arrivata – oltre che dal sostegno di molti deputati dell’opposizione di centrosinistra (da Nuccio Iovene e Piero Ruzzante dei Ds a Donato Mosella ed Ermete Realacci della Margherita) che hanno presentato diverse interrogazioni e mozioni sulla necessità di difendere e sostenere il servizio civile – dall’intero mondo del non profit, dell’associazionismo e del volontariato, presente in massa con Legambiente, Acli, Arci e molte altre sigle e realtà, fino ai volontari della Croce Verde, ma anche dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi (Udc) che ha detto “Sono venuto qui a manifestare come ministro e come cittadino”, aggiungendo: “Ove il governo non trovasse le risorse necessarie nel prossimo Dpef e Finanziaria, sono pronto a rimettere la delega al servizio civile dal mio ministero come segno di protesta e di solidarietà a questo settore”.
Ma se la mossa di Giovanardi è stata vista da molti dei presenti come puramente demagogica (“Ma allora perchè non minaccia di dimettersi da ministro, invece di rimettere solo la delega?!”, è stato il commento seccato di molti dei presenti) è stato il presidente dell’Anpass (le Pubbliche assistenze) Luigi Bulleri, che pure ha ribadito l’apoliticità dei movimenti di volontariato e la voglia di voler dialogare “con tutte le istituzioni”, a spiegare che “nello stesso tempo -vogliamo vederci chiaro ed avere cifre certe già nel Dpef. E’ ovvio che il programma per il nuovo servizio civile (dopo la fine della leva obbligatoria) andrà realizzato con gradualità ma se in Finanziaria non ci saranno i soldi, siamo pronti ad attuare una serie di iniziative che tutto il paese potrà vedere e comprendere”. Compresa, evidentemente, una grande manifestazione nazionale.
Un’esperienza importante, quella del servizio civile, che ha coinvolto dalla fine del 2001 oltre 140 mila tra volontarie, giovani riformati dagli obblighi di leva ed obiettori e che ora si trova a fare i conti con i problemi di cassa.
L’ultima Finanziaria, infatti, aveva stanziato 120 milioni di euro e solo un residuo di gestione degli anni precedenti, pari a circa 150 milioni di euro, ha permesso a circa 38 mila volontarie di andare in servizio civile nel 2004. “Ma ora – ha spiegato Cristina Nespoli, presidente del Cnesc – il residuo di gestione si è esaurito ed è necessario che la prossima e le successive Finanziarie assegnino una somma almeno doppia rispetto a quei 120 milioni”.
Preoccupazioni che hanno trovato un surplus di polemica nel mondo della cooperazione internazionale. “Dicono che siamo finanziati dallo Stato – ha infatti detto il presidente delle ong italiane e direttore della Focsiv, Sergio Marelli – ma è ora di dire che non è così”. Anzi, attendiamo rimborsi dallo Stato italiano pari a 400 mila euro. E’ chiaro che siamo noi che
stiamo finanziando lo Stato alla faccia dei discorsi sulla sussidiarietà”.
“Quello che più stupisce – gli ha fatto eco il portavoce del Forum del Terzo settore, Edoardo Patriarca – è che stiamo parlando di cifre modeste per il bilancio dello Stato soprattutto se è vero, come tutti dicono, che si tratta di una importante esperienza per le giovani generazioni. La domanda allora che viene spontanea è: stiamo raschiando così tanto il fondo del barile?”.
E se il ministro per i rapporti con il Parlamento e con delega al servizio civile Carlo Giovanardi ha ribadito di essere intenzionato a rimettere la delega nelle mani di Berlusconi se non saranno assicurati “fondi necessari”, dall’opposizione si ribatte con ironia: “Faccio solo notare – spiega il diessino Mimmo Lucà – che con la riforma fiscale disegnata dall’ex ministro Tremonti si impegnano fondi per 28 mila miliardi che andranno soprattutto nelle tasce dei ceti più abbienti. Non ci vengano a dire dunque che sono disposti a paralizzare il servizio civile, che impegna solo 160 milioni di euro!”. Insomma, dice Lucà, “se vogliono i soldi li trovano eccome”. Vedremo.
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