Non profit

Storico accordo fra Sindacati e Terzo settore

Dopo anni di incomprensioni sindacati e non profit s'incontrano e siglano un'intesa di sistema. Il testo completo e un approfondimento su VITA magazine in edicola questa settimana

di Ettore Colombo

ROMA – La firma del protocollo d?intesa tra Cgil-Cisl-Uil e Forum del Terzo settore, che è stata siglata questa mattina presso la sede nazionale cislina in via Po (il sindacato che ha più spinto per l?intesa) è stata definita dai protagonisti dell?accordo (i segretari generali Pezzotta, Epifani e Angeletti da un lato, i due portavoce del Forum Patriarca e Rasimelli) ?un accordo storico?, ?un fatto significativo e importante? perché ? nella sostanza – mette fine a una lunga serie di difficoltà e incomprensioni tra organizzazioni sindacali e mondo del non profit, che aveva avuto, tre anni fa, il suo zenit nel contenzioso sulle nomine al Cnel di dieci esponenti del Terzo settore (nomine derivanti dalle leggi sulla promozione sociale e sul volontariato ma contestate dai sindacati, al punto da fare ricorso al Tar, in quanto non riconoscevano in quelle nomine i rappresentanti di un ?mondo produttivo?). Nel documento siglato oggi, invece, il dialogo è diventato a tal punto proficuo che si riconosce che ?l?associazionismo di promozione sociale e le organizzazioni di volontariato sono rappresentati al Cnel nell?ambito delle rappresentanze produttive in quanto soggetti che, pur svolgendo attività prevalentemente orientate all?interesse sociale, di fatto concorrono in maniera significativa alla produzione di beni e servizi?. Restano aperte ancora due questioni, però, ha rimarcato Pezzotta: la prima è che nel ddl, già approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato, sulla disciplina dell?impresa sociale, ?è ancora troppo debole il riferimento al vincolo del rispetto dei contratti collettivi per questo tipo di imprese?; la seconda riguarda la riforma della legge sul volontariato, dove invece ?il rischio è che si perda l?elemento della gratuità del settore?, elemento che per i sindacati deve rimanere fondante. Al di là del franco riconoscimento di questi e altri punti ancora aperti, nella discussione reciproca, tuttavia, il passo ?politico? fatto oggi è davvero significativo. Sindacati e Terzo settore devono stare dalla stessa parte ?per affermare per un modello comune di welfare?, ha spiegato il segretario aggiunto della Uil Musi e respingere ?le strumentalizzazioni e il tentativo di trasformare il Terzo settore in un paracadute dello smantellamento dello stato sociale?, facendo anche degli esempi come quelli ?che vediamo con preoccupazione -ha sottolineato- messi in atto dal governo, dalla fuga dalle responsabilità sulla riforma sanitaria al diritto alla casa, dalla previdenza all?assistenza per i non autosufficienti, che ormai è scesa fino a quota 2,8 milioni?. L?alleanza, ha continuato Musi, deve ?saper rendere evidenti finalità, trasparenza, garanzie dei diritti sia di chi lavora gratuitamente che con remunerazione?. ?La nostra non è affato una posizione difensiva ? ci ha tenuto a dire il segretario generale della Cgil Epifani – ma la risposta migliore al tentativo messo in campo da molti, non solo dal governo, di ridurre lo spazio delle rappresentanze sociali nel nostro Paese. Con questa alleanza? spiega ? cerchiamo anche di contrastare il modello di divisione per cui si sceglie di volta in volta l?interlocutore che fa più comodo in quel momento?, ma ?definiamo anche un modello di società e di Paese diverso da quello della contrapposizione e che intendiamo perseguire. Se pensiamo alla legge sull?impresa sociale ferma in Parlamento ? chiosa Epifani – o a quella sul volontariato, si vede la distanza fra il nostro modello e quello del governo?. ?Per noi questo è un passaggio storico? commenta soddisfatto l?accordo il portavoce del Forum Edoardo Patriarca: per lui l?alleanza tra mondo sindacale e del non profit è un ?fatto quasi naturale, visto che molte delle associazioni del Forum sono nate proprio dentro il sindacato e ricostruisce un sistema di rappresentanza a livello sociale?. Già il prossimo Dpef ? spiega Patriarca – sarà ?l?occasione per esercitare insieme una presenza comune e condivisa, una palestra immediata per sperimentare la nuova alleanza? ma nei prossimi mesi, oltre al Dpef, l?impegno comune di sindacati e Terzo settore verterà anche su un rinnovamento dei servizi di welfare, che ?faccia leva sulla partecipazione attiva dei cittadini alla loro organizzazione, al loro funzionamento, al loro sviluppo? e sulla richiesta che le risorse pubbliche non siano ridotte ma ?accresciute in quantità ed efficacia?. ?Si apre una fase ? sottolinea Patriarca – in cui ?dobbiamo ribadire ad alta voce i nostri diritti di cittadini perché è a rischio il Paese tutto, non solo il suo sviluppo economico. Anche Giampiero Rasimelli, coordinatore del Forum, esalta il valore politico dell?accordo: ?Questa vasta alleanza ? spiega – deve servire a difendere l?impatto democratico delle politiche sociali e a sviluppare il confronto con il governo (con qualunque governo) sul modello del nuovo welfare e sui soggetti del nuovo welfare. Sindacati, e Terzo settore, certo, ma anche imprenditori, città e governi locali?. Sindacati e Terzo settore inaugurano, dunque, una nuova stagione di dialogo. Cosa farà il governo? Sintesi dell’accordo Ma di cosa tratta nello specifico l?accordo, che sarà pubblicato integralmente nel numero di Vita in edicola da venerdì? I tre punti principali dell?intesa siglata fra sindacati e Forum del Terzo settore, che vuole ?dare vita -si legge nel documento- a relazioni stabili, con l?obiettivo di concorrere allo sviluppo economico e sociale, alla partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine, alla tutela delle fasce più deboli della popolazione e al miglioramento della qualità della vita?, riguardano: l?innovazione dei servizi nel welfare, per un sistema di protezione sociale che faccia leva sulla partecipazione attiva dei cittadini e combatta ?la riduzione ai minimi termini delle politiche sociali?. Il secondo riguarda la tutela e la valorizzazione proprio dei lavoratori del Terzo settore, mentre il terzo è rappresentato dalla difesa del ruolo del non profit che, come ha spiegato il segretario generale della Cisl, realizza ?un vero e proprio processo di democrazia economica, considerando importante lo strumento impresa, ma anche la risorsa lavoratore?. Con l’accordo si chiude dunque anche la vicenda che aveva visto contrapposti sindacati e Forum del Terzo settore (che rappresenta oltre 235mila istituzioni con piu’ di 500mila addetti) sulla nomina dei rappresentanti in seno al Cnel. Sindacati e Confindustria si erano, infatti, inizialmente opposti (fino a ricorrere al Tar) alla nomina di 10 rappresentanti del mondo del volontariato e dell’associazionismo, settore non riconosciuto come “produttivo”. Oggi, davvero tutto è cambiato, nel rapporto tra sindacato confederale e Terzo settore. Il testo completo del protocollo d’intesa sul numeo di Vita magazine in edicola da venerdì


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